L’analisi della Cisl Bergamo sul Pnrr “sociale”

L'analisi della Cisl Bergamo sul Pnrr "sociale"

Quando il disegno ha preso forma, si è badato soprattutto ai «muri». Ma ora che il 2026 è dietro l’angolo, lo sguardo volge più in là: al dopo-Pnrr, e dunque alla necessità di dare continuità a questi progetti nel lungo periodo. Il prossimo anno segnerà infatti il traguardo ultimo dei finanziamenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e la sfida è quella di non disperdere questo patrimonio, mettendo concretamente al centro il capitale umano. Soprattutto in quegli ambiti più di taglio sociale, che anche in Bergamasca hanno maturato risorse consistenti: per le «Missioni» 4, 5 e 6 – la definizione tecnica che raggruppa gli interventi su istruzione e ricerca, inclusione e coesione sociale e salute, escludendo quindi la corposa voce relativa alle infrastrutture – in Bergamasca sono state approvate progettualità per oltre 644 milioni di euro.

 

«Garantire futuro ai progetti»

A tirare le somme è il Dipartimento Welfare della Cisl Bergamo, sulla base dei dati del ministero dell’Economia e delle Finanze. «Il territorio ha evidenziato una buona capacità di accedere a questi fondi, ed è positivo che l’occasione del Pnrr sia stata colta per strutturare progetti importanti anche in questi ambiti, dalla formazione alla sanità», premette Francesco Corna, segretario generale della Cisl Bergamo, prima di stimolare la riflessione sul futuro: «È necessaria però anche una capacità progettuale e una gestione capace di garantire il futuro di questi progetti e che tenga stretto il rapporto tra i comuni più grandi, dove si sono sviluppati più progetti, e le aree periferiche, specie della montagna, dove rischiano di esserci meno servizi».

 

Le cifre

Il punto di partenza è nei numeri, quelli dei finanziamenti ottenuti per progetti in corso d’opera (in alcuni casi anche già ultimati) o che stanno ancora per partire. Per la «Missione 4», dedicata all’istruzione e la ricerca, la Bergamasca ha ottenuto 402,7 milioni di euro: la parte del leone la fa la componente dedicata al potenziamento dell’offerta dei servizi d’istruzione, con oltre 314,3 milioni di euro ripartiti tra progetti che comprendono ad esempio il potenziamento di asili nido e scuole dell’infanzia (53 interventi per 69,2 milioni di euro), la formazione professionale terziaria e gli Its (12 interventi per 90,8 milioni di euro), la messa in sicurezza degli edifici (52 interventi, 70 milioni di euro), la «scuola 4.0» con nuove aule, strumenti e laboratori (278 interventi, 30 milioni) e altro ancora; la seconda componente, «Dalla ricerca all’impresa», vale poi oltre 88,3 milioni di euro e riguarda progetti di ricerca, partenariati tra università, centri di ricerca e imprese, raccordo tra formazione e mondo del lavoro.

Sulla «Missione 5», relativa a inclusione e coesione, i 157,7 milioni di euro per la provincia di Bergamo sono ripartiti tra i 46,8 milioni per le politiche per il lavoro (potenziamento dei centri per l’impiego, creazione di imprese femminile, Servizio civile universale), i 110,5 milioni per «infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore» (sostegno alle fragilità di bambini, famiglie e anziani, progetti per la disabilità, sport, politiche abitative) e i 377mila euro per «interventi speciali per la coesione sociale» (in particolare per le aree interne, le valli).
 
Capitolo salute: la «Missione 6» si traduce in quasi 84,3 milioni di euro, tra la componente legata alle «reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale» (in cui rientrano 27,8 milioni di euro per 18 Case di comunità, quasi 2,6 milioni di euro per 12 Centrali operative territoriali e 17,1 milioni di euro per 6 Ospedali di comunità) e in oltre 36,7 milioni per «innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale» (ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero). Temi e cifre che la Cisl discuterà anche nelle prossime settimane, a partire dal confronto all’interno del Tavolo Bergamo 2030 che coinvolge le parti sociali, le parti datoriali e le istituzioni del territorio.
 
 

Le sfide sul tavolo

Importanti le risorse, importanti le sfide. Su due fronti: il territorio e il personale. Sul primo punto, Corna parte da un’evidenza: «I grandi Comuni hanno fatto la parte del leone, attirando la maggior parte degli investimenti. La Bergamasca è un territorio parcellizzato in tanti piccoli enti locali e c’è rischio che i Comuni più piccoli restino indietro per via di una minor capacità progettuale. In un’ottica di solidarietà, serve una regia pubblica che eviti l’accentuarsi delle differenze territoriali tra il centro e le periferie: la Provincia potrebbe avere un ruolo anche per il futuro, andando oltre l’intervento straordinario del Pnrr». L’altro punto è quello sulla continuità di questi progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: «Dopo aver avuto i fondi per costruire le strutture, è necessario garantire le risorse anche per la gestione ordinaria – rimarca il segretario generale della Cisl bergamasca -. Il fattore imprescindibile è il personale, purtroppo però la Bergamasca sconta più di altre province delle carenze di organici nella pubblica amministrazione, nella scuola e nella sanità. Il tema degli stipendi e del costo della vita è rilevante, il rischio è creare delle scatole belle ma vuote: servono gli investimenti non solo sui muri, ma anche sulle persone, perché nell’assistenza e nella formazione è il capitale umano a fare la differenza».

Articolo dell’Eco di Bergamo del 21/02/2025 a firma di Luca Bonzanni

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