Uno dei simboli dell’eccellenza nel campo dell’automotive in provincia di Bergamo è nel bel mezzo di una forte crisi. Si tratta della Novem Car Interior di Bagnatica intende trasferire alcune linee produttive in Slovenia, mettendo a rischio circa 60 posti di lavoro sugli attuali 115 dipendenti. Sul territorio resteranno solo i lavoratori che si dedicano all’assemblaggio e alla spedizione, mettendo così in esubero metà degli altri colleghi.
I dettagli del forte impatto sull’occupazione nello stabilimento bergamasco sono stati comunicati ai sindacati nei giorni scorsi, dopo che già nel 2020 alcuni esuberi erano stati gestiti con esodo volontario e Cassa integrazione. Ora arrivano altri tagli per la delocalizzazione all’estero di parte della produzione. L’intenzione del Gruppo è quella di trasferire nello stabilimento di Žalec in Slovenia i processi produttivi di carteggio-legno, lucidatura, verniciatura, fresatura e iniezione PUR.
Contro questa decisione FILCA CISL e FILLEA CGIL di Bergamo hanno proclamato 8 ore di sciopero con un presidio davanti ai cancelli dell’azienda. “Siamo consapevoli della situazione di forte rallentamento che sta vivendo il settore dell’automotive in Europa, e, in modo particolare in Italia, una situazione poi aggravata dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Ma questo non significa che permetteremo che una realtà come quella di Novem venga dimezzata nel numero di lavoratori, magari rischiando, fra 3-4 anni, di scomparire del tutto dal territorio provinciale”, dice Massimo Lamera di FILCA CISL Bergamo, che con Luciana Fratus di Fillea CGIL segue la vertenza.
“Non condividiamo – prosegue Lamera – le scelte del Gruppo. Pensiamo, invece, che siano urgenti da parte aziendale iniziative utili a fare in modo che lo stabilimento bergamasco resti uno dei punti di eccellenza per qualità del lavoro all’interno della galassia Novem. Come abbiamo scritto in una lettera indirizzata al CEO del Gruppo, Günter Brenner, crediamo debbano essere fatti investimenti produttivi strutturali importanti e di ricerca e sviluppo, utilizzando risorse interne e anche pubbliche, magari attraverso il Recovery Fund. Per sostenere la crescita della produttività, il Decreto Rilancio del Governo italiano ha già messo a disposizione delle imprese altri fondi per fronteggiare questo momento particolarmente complicato. In secondo luogo, crediamo sia strategica la scelta di convogliare presso lo stabilimento di Bergamo commesse di clienti diversi da FCA, come già in passato è stato fatto”.