Fusione e trasferimento in Emilia. Stato di agitazione alle System Plast di Telgate

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La fusione per acquisizione della System Plast, azienda di Telgate, in provincia di Bergamo, che si occupa di lavorazioni di materie plastiche, con la Rexnord Flat Top di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Per i 46 dipendenti dell’impresa bergamasca si prospetta il trasferimento in Emilia Romagna entro la prossima estate. C’è molta preoccupazione da parte dei lavoratori dell’azienda, che annunciano azioni sindacali per cercare di far tornare l’azienda di Telgate sui propri passi e rivedere la sua decisione.

Nel mese di novembre i rappresentanti sindacali di FIM CISL e UILM hanno incontrato i vertici dell’azienda, che si apprestava a chiudere l’anno con un utile di 4 milioni e 800 mila euro, per chiedere un riconoscimento di 400 euro una tantum in busta paga per tutti i dipendenti e aprire un tavolo per discutere di un premio di risultato. La risposta della System Plast era attesa in un nuovo incontro fissato per il mese di dicembre, che è stato però rinviato all’11 gennaio.

La convocazione è arrivata via mail solo un giorno prima dell’incontro, il 10 gennaiospiegano Alessio Pastore, di FIM CISL, e Albina Pjeci, per la UILMe abbiamo subito capito che qualcosa non andava, dato che l’incontro si sarebbe tenuto nella sede di Confindustria e non, come sempre, in quella della System Plast. In quella sede ci hanno comunicato che a febbraio ci sarà la fusione per acquisizione con la Flat Top e che entro il primo aprile 2023, con preavviso di un mese, i 46  dipendenti verranno trasferiti a Correggio”.

I lavoratori della ditta di Telgate hanno un’anzianità media di 25 anni: “Ci sono dipendenti che lavorano alla System Plast da una vita e per loro sarebbe impossibile trasferirsi in Emilia Romagna, con il risultato di perdita del posto di lavoro – continuano i due sindacalisti -. Abbiamo ribadito ai rappresentanti aziendali la nostra contrarietà a scelte di questa natura che servono ad ottimizzare i profitti senza tenere in considerazione gli impatti devastanti che avranno sulla vita delle persone. Per noi oggi è stata una doccia fredda. Ci aspettavamo di dover discutere di un premio di produzione e di smart working e invece ci hanno comunicato la fusione e il trasferimento dei dipendenti. Molti di loro hanno ormai una certa età e tante sono donne che faranno fatica a ricollocarsi.”

“Ora – concludono Pastore e Pjeci – abbiamo proclamato lo stato di agitazione e chiesto un tavolo di discussione con l’azienda ma nelle prossime settimane metteremo in campo nuove azioni”.

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