Vertenza carcere di Bergamo. Pochi agenti, troppi detenuti, turni massacranti

I sindacati della Polizia Penitenziaria tornano a manifestare il proprio disagio per le condizioni in cui versa il carcere di via Gleno, a Bergamo, al centro di una vertenza sindacale con le autorità penitenziarie che si trascina da qualche mese.

In occasione della Festa del Corpo della Polizia Penitenziaria (23 giugno), i segretari provinciali di SAPPE, SINAPPE e FNS CISL hanno scritto una lettera aperta per rivendicare “il conferimento dell’incarico ad un Comandante di Reparto in pianta stabile;  l’invio di un congruo contingente di personale al termine del corso di formazione per agenti di Polizia Penitenziaria attualmente in essere, e il conferimento delle ore di straordinario per consentire l’integrale copertura dei posti di servizio deputati al mantenimento dell’ordine e della sicurezza dell’Istituto”.

A ciò  continuano Greta Tersigni, Pietro Balice e Francesco Trové, segretari rispettivamente di SAPPE, SINAPPE e FNS CISL di Bergamova aggiunta la straordinaria presenza dei detenuti attualmente presenti nella Casa Circondariale di Bergamo che, nonostante gli interventi adottati, continua a costituire un serio problema. Inoltre, preoccupa il continuo arrivo di detenuti psichiatrici, che dovrebbero scontare la pena altrove, che si rendono non di rado protagonisti di eventi critici che vedono coinvolto il personale di Polizia Penitenziaria, oggetto di continue aggressioni sia verbali che fisiche e che in tempi recenti hanno portato al ferimento di un agente con una prognosi di 30 giorni!”.

Anche l’emergenza Covid ha segnato gli ultimi mesi della convivenza nel carcere di via Gleno: “L’Istituto ha vissuto momenti estremamente duri, di cui la scomparsa del compianto Don Fausto Resmini ne è il triste simbolo. Si sono vissuti lunghi periodi estremamente difficili a causa dei focolai importanti che hanno coinvolto anche il personale di Polizia Penitenziaria di Bergamo, donne e uomini che senza mai esitare, a fronte di enormi sacrifici a livello psicofisico, si sono sempre spesi al massimo per far fronte anche all’emergenza, garantendo l’ordine e la sicurezza interna nonché pubblica e assicurando una condizione dei detenuti sempre dignitosa, pur con i limiti che una tale circostanza richiedeva”.

La lettera delle Organizzazioni Sindacali bergamasche, inviata al capo dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria, al direttore generale del personale, al prefetto di Bergamo, alla direttrice del carcere orobico e al provveditore regionale, si chiude con la preghiera “che le ragioni e le richieste trovino accoglimento le rivendicazioni alla base della vertenza in atto affinché siano rispettati i diritti sacrosanti riconosciuti ai lavoratori”.

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