Sulle nostre spalle avvertiamo ancora il peso di un anno, il 2015, ricco di avvenimenti (incontenibili flussi migratori, stragi di naufraghi, violenze, stupri, stragi terroristiche, crolli di alcune banche…) che hanno generato incertezze, paure e diffusi disagi nel nostro Paese, in Europa e nel mondo: avvenimenti che, in concomitanza con una crisi di lunga durata, hanno profondamente modificato i nostri vissuti.
E, come categoria, avvertiamo il peso, oltre alla lesione di un diritto, di un contratto non rinnovato e di un mancato dialogo sociale fondamentale in un Paese democratico. Noi, tuttavia, senza emarginare le preoccupazioni che ancora incombono sul nostro quotidiano e senza abbandonarci, quindi, ad un acritico ottimismo, non vogliamo cedere alla rassegnazione che ci negherebbe la possibilità di guardare con maggiore serenità al futuro.
Restituire vitalità alla fiducia è un atto doveroso che ci deriva non tanto da ciò che abbiamo modo di osservare con i nostri occhi, quanto dalla lucida coscienza realistica con cui il nostro Presidente della Repubblica, a fine anno, ha rivolto il proprio messaggio a tutti, politici e cittadini: “L’occupazione è tornata a crescere. Ma…l’uscita dalla recessione e la ripresa non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante persone e di tante famiglie. Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani”. E ancora, ma solo per titoli: “Diseguaglianze sociali pesano sui giovani; Insufficiente occupazione femminile; Evasione inaccettabile; Il problema dell’ambiente; L’innovazione: una sfida che riguarda tutti…”
Problemi, questi, che se affrontati con responsabilità da una nuova politica capace di ritrovare la propria funzione di servizio per lo sviluppo di tutta la società, non possono che trovare terreno fertile nella opportunità di assegnare ai processi formativi la centralità per favorire l’avvento di un nuovo modello culturale funzionale ad affrontare e gestire le profonde trasformazioni in atto.
La Cisl Scuola Bergamo-Sebino B.sco, che oggi mi onoro di rappresentare, può rivendicare, a partire da Franco Gatti, e da quanti ne hanno raccolto il testimone, una lunga storia quanto a intuizione e innovazione. Il nostro sindacato, pertanto, continuerà a spendere le proprie energie, anche a livello nazionale, perché sia perseguita un’idea di scuola inclusiva che metta al centro gli alunni, ma anche le risorse umane: Dirigenti scolastici, Docenti e Personale ATA che, con passione e professionalità, si prendono cura della loro crescita.
Per questo, unitamente alle altre forze sindacali e sociali che intendono trasformare i problemi in opportunità, intende proporsi come forza d’urto volta a favorire il cambiamento. E partendo, perché no, anche da una riflessione sulle nostre debolezze, vogliamo far avanzare un’analisi dei nuovi bisogni formativi e dei saperi fondamentali per l’affermazione dei futuri diritti di cittadinanza. Pertanto, in piena sintonia con il Docente di Storia della Pedagogia nell’Università di Bergamo, Adolfo Scotto di Luzio che, in “Senza educazione. I rischi della scuola 2.0” sostiene “E’ possibile ripensare la qualità dell’istruzione, sganciandola cioè dalla sua attuale subordinazione al principio di efficienza, per restituirla al terreno che le è proprio e che riguarda la qualificazione culturale dell’individuo. Una scuola, che non omette, per questo, di pensare il lavoro e la professione, riscopre le sue radici politiche originarie e con esse la sua funzione principale che è quella di dotare l’individuo di un linguaggio culturale che gli permetta di stare in maniera, questa volta sì, competente nella sfera pubblica” invitiamo a continuare a riflettere, su “cosa conta davvero nell’educazione”.
Decisiva, per la realizzazione di un progetto di scuola capace di valorizzare l’autonomia, di far fronte all’emergenza educativa (che condiziona pesantemente anche la possibilità di rispondere alle richieste del territorio), e di guardare al futuro, è, a nostro avviso, oltre ad una razionale stabilizzazione del personale, il confronto funzionale a sollecitare l’aggiornamento delle figure professionali e un’adeguata remunerazione che solo l’istituto contrattuale può garantire.
Vogliamo augurarci che, in questo nuovo anno, nonostante nuove nubi sembrano addensarsi sul nostro mondo globalizzato, l’ascolto reciproco solleciti in tutti i soggetti, istituzionali e non, la tensione per il bene comune. Governo, Parlamento, Partiti, Associazioni imprenditoriali, Associazioni sindacali e tutti noi cittadini, nessun escluso, siamo chiamati a fare la nostra parte per rispondere all’invito rivoltoci dal Presidente della Repubblica.
Per quanto ci riguarda direttamente, come Cisl Scuola Bergamo-Sebino B.sco, intendiamo costituire un gruppo di lavoro per avviare una riflessione di alto profilo, con il contributo anche di personalità di prestigio a livello nazionale, e mettere insieme pensieri e attese in modo da progettare un percorso, anche a lunga scadenza, capace di valorizzare esperienze di innovazione, flessibilità, continuità verticale e orizzontale già consolidati nelle scuole o in fieri.
Silvana Milione, Reggente Cisl Scuola Bergamo-Sebino Bergamasco