“Per l’agricoltura si è trattato di un periodo faticoso. Oltre agli effetti dell’emergenza sanitaria, si aggiungono i danni del maltempo per oltre 10 milioni di euro. La nota positiva è data dal settore florovivaistico che “fa fatica” a tenere il passo di una domanda di lavoro diciamo effervescente. L’agricoltura ha manifestato la consueta resilienza anche di fronte a situazioni assolutamente imprevedibili come la pandemia senza dimenticare i problemi (quelli si prevedibili!) derivanti dai mutamenti climatici. Prima del Covid la rilevazione dei contratti di lavoro in provincia di Bergamo dava un sorprendente +8% circa legato ai contratti trasformati nel “primario”, tra campi, vigneti e serre. In pratica, quasi 1000 lavoratori sono entrati a rinforzare la massa degli addetti agricoli orobici, e molti sono giovani, passati attraverso il lavoro avventizio e i tanti tempi determinati che caratterizzano il settore. Si è trattato di un salto in avanti consistente, dopo anni di sofferenza, con un mercato agricolo tornato ad assorbire sia imprenditori che manodopera e soprattutto la campagna che tornava ad esercitare fascino verso i giovani, spesso disincantati da esperienze in altri settori. Poi è arrivato il Covid a scompaginare le carte. Gli oltre 10 milioni di euro di danni all’interno comparto agricolo si riferiscono esclusivamente ai danni diretti ai quali si aggiungeranno i danni indiretti per i quali ad oggi è molto difficile tracciare una stima oggettiva. Restano alcuni settori che per fortuna dopo i vari lockdown hanno ripreso”.
Gigi Bramaschi, segretario generale di FAI CISL Bergamo, riconfermato dal Congresso che si è svolto a Brusaporto, traccia così gli ultimi due anni del settore agricolo, ovvero la metà del target sindacale che la categoria segue, insieme alle fabbriche alimentari. Una visione positiva in prospettiva, quella che esce dalla sua relazione congressuale, dal momento che nel primo semestre 2021 , l’agricoltura sembra riguadagnare posizioni nel suo complesso.
L’agroalimentare orobico, infatti, sta progressivamente uscendo dalla crisi del 2020, facendo segnare una ripartenza rispetto ai mesi più acuti della pandemia, con segnali positivi che riguardano sia l’export, sia la natalità delle imprese, sia le nuove assunzioni. Le esportazioni sono in crescita rispetto al primo semestre dell’anno 2020, raggiungendo la quota di 529 milioni di euro, confermando Bergamo al secondo posto dopo Milano a livello regionale, con il primo semestre del 2021 maggiore rispetto sia al 2020 con un +8,4%, sia al 2019 con un +5,1%. Oltre alla sempre ottima performance delle bevande (+11,8%), è il settore lattiero-caseario a confermarsi uno dei traini dell’intero comparto, con una produzione di latte cresciuta nel semestre del 3,1%. Anche la produzione di Grana Padano continua a crescere (+9,3% rispetto all’anno scorso), confermando Bergamo come quarta provincia in Lombardia, dopo Mantova, Brescia e Cremona, nella produzione del formaggio duro Dop. Altro settore in ascesa è quello cerealicolo, che ha registrato una crescita inaspettata a causa dell’incremento dei prezzi di cereali e soia e alla crescita della domanda.
“FAI CISL – assicura Bramaschi – lavorerà affinché la ripresa del settore agricolo si declini con attrattività, crescita, sviluppo dell’occupazione anche giovanile. L’obiettivo è tornare in fretta ai livelli pre Covid dominati da una spiccata dinamicità del settore agroalimentare in controtendenza con l’andamento generale dell’economia. Quello che conta però è che l’agricoltura goda rispetto al passato di maggiore attrattività da parte dei giovani, non solo per l’avvio di attività imprenditoriali, ma anche per il lavoro dipendente. Da questo punto di vista sarebbe sempre più importante uno stretto raccordo tra il mondo delle imprese con i loro fabbisogni e le scuole”.
Il mondo dell’agricoltura rappresenta anche per Bergamo un modo per far decollare l’integrazione e la cittadinanza: nelle imprese agricole della provincia, infatti, l’incidenza straniera nel numero degli addetti non ha eguali in nessun altro settore, ben testimoniato anche dal consiglio generale della FAI, eterogeneamente composto in rappresentanza di tutte le etnie e nazionalità presenti nell’agricoltura orobica.
Gli ultimi quattro anni sono stati particolarmente fruttuosi per la politica sindacale della FAI. Oltre a un aumento considerevole del numero di iscritti (superata la soglia dei 2000 tesserati) e di eletti nelle RSU delle realtà del territorio (per ultima, l’esaltante vittoria nell’elezione della Rsu alla Heineken Italia di Comun Nuovo, una delle più grandi aziende del settore in provincia). “La contrattazione nel nostro territorio ci vede sempre più impegnati ad affrontare fasi di cambiamenti importanti: in Sanpellegrino, in Heineken, in Parmalat, in Italcanditi, in Beretta, in Caffitaly, in Pasta Lensi e in tante altre realtà. Questi ultimi quattro anni la FAI CISL Bergamo è stata impegnata ad affrontare molti temi di confronto con le varie Direzioni aziendali e molti altri temi ci aspettano nell’imminente. Ma noi con i nostri delegati sindacali e anche con la collaborazione lavorativa con la FLAI e la UILA di Bergamo saremo sicuramente pronti ad affrontare e, possibilmente, a risolvere”.
L’assise 2021 si è conclusa con l’elezione della segreteria, nella quale a Emilio Agosto, riconfermato, si affianca Monica Magri, che sostituirà Giovanni Locatelli, giunto al limite dei mandati congressuali previsti.