Nuova grana in vista per il mondo della scuola. Nel decreto Milleproroghe non è passata la norma che consentiva, attraverso le Gps, di assumere gli insegnanti di sostegno precari. Per Bergamo, si tratta di un problema che va a toccare i 1844 posti assegnati (su un totale di 3167) a docenti precari senza alcuna specializzazione. Il rischio, quindi, è che anche il prossimo anno il settore del sostegno sarà ancora per la gran parte precario, con tutto quel che comporta anche e soprattutto nei confronti degli alunni da seguire.
“Se da tre anni si è potuto in parte rimediare al flop delle assunzioni, lo si deve al fatto che almeno sul sostegno queste sono avvenute attingendo alle graduatorie di prima fascia, come richiesto con forza dalla CISL Scuola e come sarebbe opportuno fare, in via generale, per tutte le classi di concorso – sostiene Paola Manzullo, segretario generale di CISL Scuola Bergamo -. Purtroppo il provvedimento per l’assunzione in ruolo dalla prima fascia GPS Sostegno nel Milleproroghe 2024 non è stato approvato, in quanto sono in corso di svolgimento i concorsi sia per posti di sostegno all’infanzia e alla primaria che sostegno secondaria, le cui immissioni in ruolo sono previste per l’estate 2024. E, tra l’altro, nel prossimo autunno è previsto il secondo concorso della fase straordinaria PNRR”.
I concorsi, sostiene la CISL, sono una soluzione positiva ma limitata e parziale rispetto ad alcune criticità macroscopiche, basta analizzare i dati riguardanti i concorsi per gli insegnanti di cui si è chiusa la fase delle iscrizioni il 9 gennaio e tra qualche giorno i candidati dovranno svolgere la prova scritta.
In Lombardia, per la scuola dell’infanzia i 440 posti messi a concorso se li contenderanno 84 aspiranti. Per la primaria il dato è ancor più clamoroso: 171 aspiranti per 4.111 posti. Nella secondaria di I grado, anche se tutti i candidati, che sono 530, vincessero il concorso, rimarrebbero scoperti i due terzi dei posti a disposizione, che sono 2019. Se osserviamo la situazione nella sola provincia di Bergamo quest’anno su 3167 posti sul sostegno 1844 posti, il 58%, sono stati assegnati a docenti precari senza la specializzazione. “Come possiamo pensare che con il concorso ordinario si riusciranno a coprire tutti i posti liberi se non abbiamo neanche i docenti specializzati”?
Si conferma, e forse si accentua, un fenomeno su cui già in passato la CISL Scuola aveva richiamato l’attenzione, denunciando l’inadeguatezza delle politiche fin qui seguite non solo sul reclutamento, ma anche nella programmazione e gestione dei percorsi formativi richiesti per il conseguimento dei titoli di specializzazione. “Un’offerta da tempo segnata da squilibri e incongruenze, che vedono l’attivazione di corsi in aree già sature di personale specializzato, mentre l’offerta è limitatissima proprio dove si registra il più alto fabbisogno di personale. È di tutta evidenza che occorre superare l’affidamento in esclusiva alle Università della gestione di questi percorsi: la CISL Scuola ha proposto ripetutamente di valorizzare il ruolo che le scuole stesse potrebbero svolgere, oltre a quello di ospitare le attività di tirocinio. Così come andrebbe considerata l’opportunità di offrire alle migliaia di docenti precari ogni anno in servizio sui posti di sostegno (senza i quali, è bene ricordarlo, il sistema andrebbe in blocco) l’opportunità di conseguire la specializzazione, supportando e valorizzando anche in termini formativi l’esperienza di lavoro che acquisiscono sul campo”.
Indubbiamente non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, e quello del sostegno certamente lo è. “Guai – conclude Manzullo – se alle questioni di cui si discute in questi giorni (e speriamo si continui a discuterne ancora seriamente), a partire da quella della continuità didattica non garantita agli alunni, si pensasse di dare risposte semplicistiche e per questo inefficaci. Il primo passo da compiere, sicuramente impegnativo, è proprio quello di aumentare in modo significativo il numero dei posti in organico di diritto. Dopo di che, occorre intervenire sui percorsi di acquisizione dei titoli di specializzazione e sulle modalità di reclutamento. Serve un’azione decisa a livello politico e la CISL Scuola è pronta a confrontarsi e a dare come sempre un contributo qualificato e costruttivo”.