È stato di agitazione alla M.T.A. di Verdello, ditta tra i leader di mercato italiano e estero nell’assistenza e fornitura di impianti di aria compressa. I 32 dipendenti hanno infatti deciso di scendere in presidio ai cancelli e in sciopero giovedì prossimo, 17 luglio, per protestare contro la decisione della proprietà di aprire la procedura di mobilità per 9 lavoratori. Nel settore del commercio sotto i 50 dipendenti non è prevista cigs e mobilità indennizzata.
“Abbiamo dovuto registrare una chiusura totale da parte dell’azienda sulla questione – ha detto Antonio Scaini, della Fisascat Cisl Bergamo, che insieme a Aronne Mangili, della FILCAMS CGIL, segue lo stabilimento. La MTA ha bilanci sostanzialmente positivi, ma da tempo esiste l’intenzione di riorganizzare l’attività aziendale ridimensionando pesantemente il reparto assistenza, sempre meno strategica e esternalizzata ai concessionari. “L’azienda – continua Scaini – non intende ridimensionare i numeri, non intende sospendere la procedura (con ripresa del confronto a settembre), non intende impegnarsi per ricollocare parte degli esuberi in aziende controllate o consociate. Pretende un accordo con i criteri della volontarietà, mettendo sul tavolo un incentivo all’esodo pari a 8.000 euro”.
Il 14 luglio è stato siglato un verbale di mancato accordo in sede aziendale e quindi ora la discussione si è spostata sul tavolo dell’Arifl in Regione Lombardia.
Per giovedì 17 luglio è stato proclamato lo sciopero di 8 ore e organizzato un presidio sui cancelli dalle 8 alle ore 11.
“È per noi fuori discussione avvallare una procedura con bilanci in positivo e, ad oggi, un buon andamento del fatturato – è la posizione di Scaini -. Altrettanto confutabile il ricorso all’orario straordinario così come la chiusura su ricollocazioni in aziende di proprietà dove, tra l’altro, vengono impiegati lavoratori interinali. Non condivisibile, infine, il mancato ricorso alla cig in deroga. Da qui la dichiarazione dello stato di agitazione”