La forbice dei redditi in Lombardia sempre più ampia. La ricerca della Cisl

forbice dei redditi in Lombardia

La Lombardia conta circa 7 milioni di contribuenti per un reddito dichiarato complessivo che va oltre i 171 miliardi di euro. Ma come sono distribuiti i redditi tra lavoratori dipendenti, pensionati, imprenditori e autonomi? A scattare la fotografia è Il MEF, Ministero Economia e Finanza, che ogni anno rilascia i dati riguardanti le dichiarazioni IRPEF. 

Per noi è importante partire dai dati per poi calarli nel contesto in cui viviamocommenta Roberta Vaia, segretaria regionale CISL LombardiaQuesto ci permette di sviluppare strategie e intervenire a favore di lavoratori e pensionati. Grazie al nostro centro studi Bibliolavoro, abbiamo elaborato alcuni dati a livello regionale e provinciale per avere un quadro più chiaro della situazione. Quello che balza subito all’occhio è la presenza di tante persone con redditi medio bassi e una ricchezza che si concentra invece in una fascia più ristretta della popolazione. Questo risulta evidente soprattutto se analizziamo i redditi medi: oltre 71mila euro per gli autonomi, poco meno di 26mila euro per i dipendenti e 21mila euro circa per i pensionati. Osserviamo però l’incidenza, ovvero quanto pesano le forze contribuenti: i dipendenti in Lombardia sono il 59,7% i pensionati il 36,1% mentre autonomi e imprenditori sono il 4,2%. Ecco che la forbice si allarga allora sempre più. Ma, come detto, i numeri vanno letti in un contesto più ampio: i prezzi al consumo, soprattutto del comparto alimentare, galoppano con percentuali più ampie e il potere di acquisto dei cittadini si abbassa sempre più. Il piccolo aumento di ricchezza che si nota dai dati IRPEF dei dipendenti (+0,6%) non regge di certo gli aumenti provocati soprattutto dallo scoppio della guerra in Ucraina. Ma c’è un altro dato che vale la pena tenere in considerazione: l’elaborazione che ha fatto Polis Lombardia su dati ISTAT ci dice che il 14,8% dei lombardi è a rischio povertà ed esclusione sociale, un dato allarmante”.

È chiaro che per fermare la perdita del potere di acquisto dei salari dobbiamo accelerare il rinnovo dei contratti di lavoro (alcuni fermi da anni) e dare un nuovo impulso alla contrattazione aziendale e territoriale – continua Vaia Va inoltre incalzata Regione Lombardia affinché da un lato ci sia una razionalizzazione delle misure di sostegno al reddito regionali rendendole più integrate a quelle nazionali. Ad oggi contiamo circa 60 misure a sostegno del reddito tra nazionali e regionali, ma ognuna di queste risponde a criteri di accesso diversi, di Isee, di condizioni sociali, di nucleo famigliare. Dall’altro lato va rafforzato il sistema dei servizi pubblici sociali, sanitari, socio-sanitari regionali con particolare riguardo per quelli previsti per il contrasto alla povertà”.

I DATI

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