Cgil Cisl e Uil di Bergamo si schierano contro il taglio all’Inail

taglio all’Inail

Abbassare il costo del lavoro è iniziativa condivisibile…iniziare a farlo a spese della sicurezza è veramente raccapricciante”. Cgil Cisl Uil di Bergamo hanno accolto con imbarazzo e preoccupazione la notizia dei prossimi tagli ai premi assicurativi Inail a favore delle aziende. Il ministro Luigi Di Maio ha annunciato, infatti, di voler abbassare il costo del lavoro partendo dall’aggiornamento delle tariffe Inail, visto che gli infortuni stanno calando. 

Non sappiamodicono i segretari di CGIL CISL UIL Angelo Chiari, Danilo Mazzola e Saverio Capuzzielloa quali statistiche si affidi ministro. Il 2018 ha segnato una assoluta e forte ripresa sia di infortuni che di incidenti mortali, e Bergamo e la Lombardia lo sanno molto bene. Con questa manovra quasi 500 milioni usciranno dal bilancio dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che a sua volta sarà ripianato con un taglio di almeno 110 milioni sugli interventi in materia di formazione”.

Con poche parole nascoste tra le pieghe di un comma della Legge di Stabilità si riesce a cambiare, in peggio, la vita di chi ha subito un incidente sul lavoro. Nel testo approvato a fine anno infatti è stato cambiato il meccanismo attraverso il quale l’Inail si rivale sui responsabili di un incidente sul lavoro (o sulle assicurazioni): da quest’anno l’ente previdenziale sarà autorizzato a riscuotere somme “a qualsiasi titolo e indistintamente” pur di recuperare la somma pagata all’infortunato. Il risultato? La vittima dell’infortunio potrebbe non riscuotere mai quel denaro. Una norma che secondo diversi esperti è incostituzionale.

La legge appena approvata – continuano i sindacalisti – ha ridotto ancora di più i premi assicurativi versati dalle imprese all’Inail: fino a 1,5 miliardi di euro in tre anni. Per bilanciare questi tagli sono state quindi previste misure come questa, sulle spalle di chi ha subito un danno sul lavoro. Ma c’è di più, il nuovo principio è retroattivo. Si applica a tutti gli infortuni ancora non liquidati. Molte cause in corso si sono quindi bloccate e i contenziosi stanno cominciando a fioccare”.

“L’indispensabile inversione di tendenza- concludono Chiari, Mazzola e Capuzziello – passa attraverso investimenti mirati e continui sulla sicurezza, sulla formazione, sulla prevenzione e sui controlli. I settori più a rischio necessitano di adeguati interventi programmati, non di saltuarie misure tampone. Anche perché un sistema sano si basa soprattutto su controlli specifici che, sul campo, verifichino con regolarità l’applicazione di norme e regolamenti”.

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