A Bergamo più di 300 accordi all’anno. Il secondo livello tocca 55mila lavoratori

A Bergamo più di 300 accordi all’anno

Sono 2.027 gli accordi depositati dal 2016 al 2021 (mediamente più di 300 all’anno), di questi il 28% riguardano accordi territoriali e il 72% aziendali. Nel 52% sono accordi che riguardano il settore dei servizi, il 47% l’industria e l’1% l’agricoltura. Di questi sono ancora attivi 394 (31 territoriali e 363 aziendali) l’1% sono accordi in agricoltura, il 56% industria e 43% servizi.

È il panorama che emerge dai dati forniti dal Ministero del lavoro e relativi ai depositi dei contratti, che hanno beneficiato della detassazione dal 2016 al 2021, e che ancora sottolinea come l’attività di contrattazione svolta nella nostra provincia sia decisamente importante. In 229 accordi è presente un obiettivo di produttività, in 222 di qualità, in 255 si reddittività, in 31 accordi un piano di partecipazione, mentre in 244 accordi sono presenti interventi di welfare aziendale. I lavoratori coinvolti nelle aziende bergamasche sono 55.683 (nel 68% riguardano lavoratori impegnati nell’industria, 31% dei servizi e 1% agricoltura) con un premio medio annuo di € 1.470,49.

Inoltre, sono stati sottoscritti 49 contratti di prossimità, che prevedono possibilità di deroga a leggi e contratti e che hanno come finalità la maggiore occupazione, incrementi di competitività e di salario, fino all’adozione di forme di partecipazione dei lavoratori o di crisi aziendali ed occupazionali. A 88 ammontano le intese relative al credito d’imposta formazione, al quale possono accedere tutte le imprese, e che prevede incentivi fiscali con procedura automatica introdotte nella forma di credito d’imposta per spese di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal “piano nazionale 4.0”.

Sono 12 i contratti aziendali ex art. 14 DL 104/2020 stipulati da agosto 2020 (entrata in vigore della norma) che prevedono la possibilità di accordi collettivi aziendali, con incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscono volontariamente al predetto accordo con diritto alla Naspi.

“Potremmo dire, utilizzando uno slogan caro alla CISL,  che “contrattare è il nostro mestiere”, e i dati forniti dal Ministero del Lavoro e relativi all’attività contrattuale di secondo livello (in aggiunta al contratto nazionale) effettuata nella nostra provincia negli anni passati lo confermano è il commento di Danilo Mazzola, segretario provinciale di CISL Bergamo. L’attività svolta dal sindacato in questi anni ha permesso il mantenimento del potere di acquisto in quelle aziende dove la sua presenza è vitale e consolidata, coscienti che un buon accordo aziendale che si base su obiettivi chiari e ben definiti, porta benefici ai lavoratori e alle imprese. Inoltre l’attività si è anche concentrata nella tutela dei lavoratori in uscita, in particolare in questo periodo di pandemia, nella possibilità formativa necessaria a gestire i cambiamenti organizzativi e tecnologici in atto e con la salvaguardi occupazionale e competitiva nelle aziende che con fatica sono al passo con i cambiamenti di mercato. 

“Sicuramente non dobbiamo dimenticarci di quei lavoratori meno tutelati dove la presenza del sindacato è necessaria e utile al miglioramento delle condizioni economiche e normative oggi parzialmente o completamente assenti.  Da qui  – conclude Mazzola – è sempre più urgente e necessario un sostegno forte alla contrattazione, partendo dal secondo livello, ma estesa alla maggioranza dei lavoratori.  Come diviene sempre più urgente l’incentivazione al lavoro stabile e di qualità, senza demonizzare gli strumenti di flessibilità o di inserimento lavorativo, andando a rivedere forme contrattuali potenzialmente meno tutelanti come i tirocini”.

LE STATISTICHE

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