Le Poste per la consegna dei vaccini. Ma con quale personale?

Poste per la consegna dei vaccini

Con quale personale vogliamo trasportare i vaccini in tutta Italia? Con quali mezzi? Magari a discapito della consegna della Posta e del trasporto di corrispondenza e pacchi?” Così, Rossana Pepe, segretaria generale di SLP CISL Bergamo, risponde alla proposta che Giuseppe Lasco, condirettore di Poste, ha fatto in questi giorni, mettendo a disposizione “la flotta di terra più grande d’Italia, una compagnia aerea Cargo, 12.800 Uffici Postali, 27.000 portalettere pronta per consegnare tutti i vaccini anti-Covid, in ogni angolo d’Italia”.

Ben venga la richiesta di status prioritario per impiegati e portalettere – risponde PepeI nostri lavoratori non si sono mai fermati, neanche nei momenti più critici dell’epidemia. A Bergamo specialmente, tra marzo e maggio, giravano soltanto ambulanze e postini e gli uffici sono sempre rimasti aperti, per non far mancare il servizio ai cittadini. Ma ritenere che la struttura di Poste Italiane possa accollarsi anche la distribuzione capillare del vaccino cozza con la situazione organizzativa dell’azienda: solo a Bergamo, in meno di un anno abbiamo perso 140 dipendenti che non sono stati ancora rimpiazzati”.

 “Non riesco a capire come si vogliano organizzare. Mi sembra improbabile che i mezzi utilizzati per trasportare corrispondenza e pacchi possano essere adibiti per i vaccini che devono avere condizioni di trasporto e conservazione particolari. Spero che Poste Italiane voglia attrezzarsi a risolvere prima i problemi di pianta organica per i compiti “statutari” – conclude Pepe -, per poi magari pensare rendersi disponibile per altri incarichi”.

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