LA PROTESTA PER GLI APPALTI SCOLASTICI

Un videomessaggio delle Organizzazioni Sindacali Regionali del Terziario Turismo e Servizi FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS UIL della Lombardia è stato inviato al Presidente del Consiglio, al Ministro del Lavoro ed al Parlamento. Un video che illustra le condizioni che vivono i lavoratori, o meglio le lavoratrici, degli appalti scolastici.

RIMEDIARE AD UNA DISCRIMINAZIONE

Un messaggio indirizzato al governo e al parlamento affinché possano porre rimedio ad una discriminazione già sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea nel giugno 2010. L’incipit del video è chiaro: Ristabilire i diritti dei lavoratori degli appalti scolastici e part-time ciclici; rispettare le direttive europee, evitare milioni di euro di spese legali per l’INPS. Mentre si parla di riformare la Fornero, ci si dimentica che le lavoratrici degli appalti scolastici e i part time ciclici sono oggi costretti a lavorare almeno il 25% in più degli altri lavoratori per aver accesso alla pensione: stiamo parlando di una penalizzazione che riguarda circa 100.000 lavoratrici (10.000 solo in Lombardia, circa 1500 in provincia di Bergamo). Per ottenere il riconoscimento di un diritto, queste lavoratrici sono costrette a promuovere vertenze nei confronti dell’INPS. Vertenze che vedono inevitabilmente soccombere l’INPS in tutti i tre gradi di giudizio.

IN LOMBARDIA 2300 VERTENZE

Durante il presidio lo scorso 19 giugno davanti all’INPS Regionale, lo stesso direttore regionale ha ammesso che l’INPS è costretto a resistere (appello e cassazione) nei confronti delle lavoratrici che, in numero sempre maggiore, promuovono e vincono vertenze nei confronti dell’ Istituto, anche se sa di perderle con costi sempre crescenti. Nella sola Lombardia sono 2300 le lavoratrici che hanno già dato mandato al sindacato di promuovere la vertenza.Il costo solo per le spese di lite a carico dell’Inps, come evidenziato nel video, è per ogni posizione di oltre 9.200 euro circa per i 3 gradi di giudizio. Questo significa che se il Governo e il Parlamento non prenderanno rapidamente un provvedimento nel senso indicato dalla Corte di Giustizia Europea, solo in Lombardia, i costi per le 2300 lavoratrici che hanno promosso le vertenze ammonterebbero a oltre 21,6 milioni di euro.

EVITARE INUTILE SPESE

Basterebbe un provvedimento del governo o del parlamento per evitare inutili spese. Per questo le FILCAMS FISASCAT e UILTUCS della Lombardia hanno scelto di evidenziare la situazione inviando ai parlamentari un videomessaggio (vedi sotto). Nel video si evidenzia anche l’altra discriminazione che vivono le lavoratrici degli appalti scolastici. In Italia sono necessarie almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni per aver diritto alla indennità di disoccupazione (naspi). Le lavoratrici degli appalti scolastici che di settimane ne lavorano 40/44 ogni anno, invece, nei periodi in cui sono incolpevolmente senza lavoro non ricevono né reddito, né disoccupazione né assegni famigliari.

 

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