La Cisl Bergamo “disegna” la contrattazione del futuro

Alla Fiera della Contrattazione 2017 della CISL Bergamo, organizzata il 20 settembre alla sede del sindacato alla Malpensata, Ferdinando Piccinini (Segretario Generale provinciale), ha ribadito la necessità di riorientare la contrattazione con la fase nuova che sta vivendo il nostro Paese, affrontando il tema dell’innovazione e della formazione. “Nello specifico, sulla formazione e le competenze, – ha detto Piccinini – dobbiamo riacquisire elementi di protagonismo, perché su questi aspetti, negli ultimi tempi, abbiamo operata con poca incisività. Si deve capire che la competenza è la migliore tutela per il lavoratore, e quindi noi dobbiamo privilegiare e far assumere contratti con contenuti formativi. E far applicare i contratti che si firmano”.

Parlano i numeri

Sono quasi 200 i contratti di secondo livello stipulati in provincia di Bergamo nel corso del 2016 dalla CISL e dalle sue categorie, a testimonianza dell’attenzione che il sindacato di via Carnovali destina da tempo alla contrattazione territoriale e aziendale. Dai dati sulla contrattazione regionale dal 2013 al 2015, a Bergamo si sono fatti il 21,43% dei contratti, collocando il nostro territorio al primo posto. Sempre dal 2013 al 2015 i contratti aziendali pervenuti al nostro osservatorio sono stati in totale 464, e nel solo 2016 192, interessando diverse migliaia di lavoratori. “Indubbiamente – ha detto Giacomo Meloni, segretario CISL Bergamo nella sua introduzioneun impulso alla contrattazione decentrata l’ha dato, la graduale ripresa economica, oltre che la legge di stabilità del 2016 che ha ripristinato, come fortemente voluto dalla CISL, la detassazione al 10% del Premio di Risultato oltre che la possibilità per il lavoratore di optare per azioni di welfare, completamente detassate”.

Salario e welfare

Fra i temi trattati nella contrattazione aziendale a Bergamo, il posto di rilievo lo mantiene il salario, mentre il welfare è passato dal 15,71% degli accordi nel 2015, al 18% nel 2016. E’ la produttività con il 48% a rappresentare la maggior parte degli indicatori fissati negli accordi, seguiti dalla redditività (30%) e dalla qualità (15%). La produttività, il suo miglioramento e l’adeguato riconoscimento salariale restano al centro della contrattazione decentrata e faro nelle relazioni industriali. “Proprio sulla produttività – ha continuato Meloni – abbiamo sottoscritto a febbraio di quest’anno, un protocollo con Confindustria Bergamo. L’accordo auspica e ritiene opportuno che le istituzioni e gli enti locali intervengano su tematiche quali l’attrattività del territorio, le infrastrutture viarie e non, l’estensione della banda larga, la mobilità, la burocrazia”.

Tre principi da non dimenticare

Si individuano tre principi utili per la crescita della produttività del sistema delle imprese: 1) favorire una gestione flessibile dei tempi di lavoro, valutando anche aspetti correlati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; 2) agevolare gli adattamenti dei regimi di orari nei limiti del CCNL, applicando all’occorrenza le modalità di adattamento previste dal CCNL o dalla legge; 3) favorire l’adozione di premialità correlate ai risultati aziendali, all’impegno dei lavoratori e alla qualità delle prestazioni rese. Il tutto rispettando la piena autonomia nella contrattazione delle categorie, delle RSU e delle aziende”. L’auspicio è che il protocollo possa essere una ulteriore leva per incrementare sia la produttività, nelle imprese che il salario dei lavoratori. “Abbiamo ancora spazi significativi di miglioramento nella contrattazione – riprende Meloni – .Dobbiamo contrattare formazione e formazione continua, qualità del lavoro per la stabilizzazione dei rapporti, alternanza scuola lavoro e apprendistato. La nuova stagione contrattuale dovrà essere fruttifera”. Sul tema si è soffermato Paolo Tomassetti, di ADAPT, che ha sottolineato come “in Italia la produttività è praticamente ferma dal 1995, a differenza di quanto accade altrove, soprattutto Germania e Polonia, che ha il trend più performante, comportando con ciò notevoli problemi anche alla crescita dei salari”.

La presentazione degli accordi

Nello svolgimento della Fiera sono stati presentati alcuni accordi rappresentativi del nuovo sforzo contrattuale della CISL. Si è parlato dell’accordo sul lavoro domenicale allo SMA del gruppo Auchan.Un accordo doppiamente importante – ha detto Diego Lorenzi della Fisascat Cisl Bergamo –, perché stretto con fautori del contratto individuale e perché, in un settore che sfiora la pirateria, e dove le retribuzioni si sono abbassate nonostante siano aumentati gli orari di lavoro, abbiamo ottenuto maggiorazioni dal 30 al 60%, e miglioramenti della conciliazione tra vita e lavoro”. Dopodiché l’attenzione si è rivolta al contratto sulla flessibilità alla New System di Cazzano S. Andrea e sull’accordo provinciale metalmeccanico di Confimi.Un’intesa positiva e innovativa – ha detto il segretario generale della Fim Cisl Bergamo, Luca Nieri -, perché favorisce relazioni sindacali nuove utilizzando il termine della partecipazione per rispondere alle nuove sfide che i mercati e la competitività ci mettono di fronte”. D’altronde, come ha sottolineato Lucio Imberti, docente dell’Università di Milano, “per Bergamo, il manifatturiero non sarà mai residuale, mentre gli altri settori potranno essere di aiuto, ma mai risolutivi o sostitutivi. Però ci sarà sempre meno bisogno di operai, con una occupazione diversa e più formata. Per questo serviranno un orientamento e una contrattazione mirati”.

L’annuncio di Treu e Stirpe a Bergamo

Su questi argomenti, e sull’innovazione delle relazioni sindacali, la CISL di Bergamo ha in programma un appuntamento (locandina) per martedì 3 ottobre prossimo, alle 14,30 presso la Sala Mosaico della Camera di Commercio, con la partecipazione di Tiziano Treu, Presidente del CNEL, Maurizio Stirpe, vice Presidente di Confindustria Nazionale, e Gigi Petteni, segretario Nazionale CISL. Un ulteriore appuntamento in programma riguarda la riunione degli esecutivi unitari il 13 ottobre per presentare linee di azione comuni con CGIL e UIL. “Le buone idee non sono sufficienti – ha concluso Piccinini -, bisogna anche trasformarle in realtà”.


1) Le slide di Paolo Tomassetti (Adapt)
2) Le slide di Lucio Imberti (Università di Milano)

 

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