Le “mancate produzioni” del Policlinico: il Punto Nascita è solo la punta dell’iceberg

Le “mancate produzioni” del Policlinico di Ponte San Pietro iniziano nella primavera del 2022. E’ la fraseologia espressa della Direzione Operativa, seppur aberrante se l’accostiamo alla salute del cittadino. Da allora sono stati ridotti gli orari di servizio, con conseguente perdita della retribuzione e della contribuzione, alle Audiometriste e ai Massofisioterapisti. È stata poi la volta del mancato rispetto dell’accordo sui contingenti minimi di copertura dei reparti, sempre da parte della Direzione Sanitaria e della Direzione Operativa del Policlinico. Ad ogni weekend si calcola il contingente del personale in turno, in base al numero dei letti occupati, nonostante un pronto soccorso aperto e funzionante e che gli accreditamenti con il SSR sono per il numero dei letti complessivi e non solo per quelli occupati.

Grandissima difficoltà a reperire Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico e Tecnici Sanitari di Radiologia Medica per tamponare l’esodo di quelli presenti verso altre strutture, ha creato e crea, non pochi problemi di tipo organizzativo-gestionale di questi servizi: servizi, quelli che sono il fulcro dell’attività di supporto necessaria per la diagnosi e la cura. È arrivata anche l’esternalizzazione in appalto ad una cooperativa, dell’intero reparto di Riabilitazione che ha visto una ricollocazione del personale dipendente del Policlinico nelle altre degenze e servizi.

I Coordinatori Infermieristici sono stati oggetto di continui trasferimenti su molti reparti, e qualcuno di loro, per questa gestione incomprensibile, ha presentato le dimissioni. Ora si presentano in contemporanea due criticità importanti per il territorio, quindi per i cittadini e per i dipendenti del Policlinico: il Punto Nascita e il DH Oncologico.

Sul Punto Nascita i rumors si rincorrevano da tempo e finora sono sempre rientrati, o almeno taciuti. Dapprima, era la difficoltà a reperire le Ostetriche, figure professionali sanitarie molto ricercate e che i concorsi pubblici banditi sul territorio avevano assorbito, poi la causa era da individuare nel calo vertiginoso delle nascite, ora invece è la difficoltà di trovare specialisti Ginecologi disponibili a fare i turni di guardia. La Direzione Operativa, non ha mai comunicato alle rappresentanze sindacali aziendali, i soli 501 parti del 2023; lo si è appreso dalla stampa, e questo la dice lunga sulla considerazione, all’interno dell’azienda, delle rappresentanze e dei dipendenti stessi.

L’allarme sul Punto Nascita viene lanciato in aprile dalle operatrici del Nido che ci avvisano dei pochissimi parti e della chiusura delle prime visite ostetriche: va da sé che, se non arrivano visite ostetriche, non arriveranno le mamme a partorire, quindi neonati da accudire. Da lì siamo partiti, con il sollecitare la riapertura delle agende . Penalizzante anche il non aver mai investito negli anni, aprendo una Terapia Intensiva Neonatale; giustamente le famiglie vogliono sentirsi il più sicure possibili quando nasce il loro bambino, e questo aspetto forse non è stato sufficientemente considerato. I disagi per l’utenza ci sono anche se limitati, dagli 8 km e dai 15 minuti, che ci separano dall’ASST Papa Giovanni di Bergamo.

Arriva anche la chiusura del CUP per le prenotazioni ordinarie, senza carattere di urgenza, in presenza al pubblico; non si è voluto sentire ragione. Le prenotazioni si fanno on line, al CUP telefonico e presso le Farmacie. Questo crea un disservizio per la popolazione anziana e per chi è poco avvezzo ai sistemi telematici, ma anche soltanto per chi , uscendo da una visita, si ferma direttamente per prenotare: ebbene se dobbiamo dare un servizio al cittadino, così non lo stiamo facendo.

Arriviamo al DH Oncologico. Si è iniziato con la chiusura di due giorni a settimana, poi passata a uno, e ora il trasferimento presso il Policlinico San Marco di Zingonia, con il relativo disagio dei malati oncologici e di chi li accompagna per le terapie, attraversando la provincia bergamasca. Per ora il trasferimento con l’accorpamento delle oncologie è previsto fino a settembre per permettere la fruizione delle ferie. La criticità del servizio sta nella difficoltà di reperire medici specialisti oncologi, in un periodo dove le malattie oncologiche aumentano a dismisura, soprattutto nei giovani. L’attenzione è massima, anche se molto dipenderà dal trovare oncologi; certo si tratta di un settore molto delicato e importante e avere il centro oncologico vicino a casa fa la differenza per il malato.

Su questi temi poca è stata la collaborazione delle Direzioni Operativa e Sanitaria che, con visibile insofferenza presenziano ai tavoli di delegazione trattante, limitandosi a valutare solo i crudi numeri e non i Servizi al cittadino e in particolare al cittadino malato e fragile; altrettanto scarsa è l’attenzione al personale, a trattenere quello che è presente, e ad avvicinare il nuovo. Pare non interessi trovare un punto di incontro e una mediazione.

Come RSU abbiamo sempre preferito dialogare e collaborare con la nostra controparte aziendale, affrontando le criticità e portando delle soluzioni o delle proposte, anche se non ottimali: gli scontri non sono certamente mancati. In questo frangente non basta il dialogo con Risorse Umane e Ufficio Infermieristico che non è mai venuto meno. L’evidente spaccatura fa intervenire l’Amministratore Delegato, Dottor Galli, che risponde ai nostri quesiti, ammettendo e motivando le difficoltà del momento; garantisce innanzitutto che nessun dipendente verrà lasciato indietro e ci ha parlato di riorganizzazione di alcune specialità nel nostro Ospedale. I tempi sono cambiati e il dipendente vuole sentirsi parte attiva di un progetto aziendale e non un mero esecutore di compiti.

In questo momento il canale di dialogo e di confronto con l’Amministratore Delegato, così come con Risorse Umane e Ufficio Infermieristico, è aperto e intenso e intendiamo mantenerlo tale perché vediamo che lavorare sinergicamente fa la differenza; la priorità ora è quella di ricollocare le persone trovando per loro una dignitosa occupazione, pur consapevoli che non fare più il lavoro che hai scelto e che hai svolto con passione, avrà certamente un peso non indifferente, soprattutto a livello emotivo.

La “mancata produzione” non va gestita scaricandone i costi sul personale, soprattutto quando si chiude un bilancio 2023 (di Istituti Ospedalieri Bergamaschi) con 18.733.000 euro di utili; seppur siamo tutti felici della salubrità economica di IOB.

Ora è prioritario il ricollocamento aziendale delle 8 Puericultrici che, con un titolo professionale in esaurimento, non hanno sbocchi lavorativi importanti e delle 14 Ostetriche fra tempi determinati e indeterminati, presenti oggi in struttura. La buona notizia è la recente delibera del CdA di IOB di proseguire nella ristrutturazione degli ultimi lotti della struttura che sono ormai obsoleti e poco funzionali, per un investimento di circa 10 milioni di euro. Questo ci fa ben sperare in una ripresa di attività e di attrattività di professioni medico-sanitarie del nostro Policlinico, tornando quindi ad erogare un valido e sempre più performante servizio al cittadino e al territorio. La battuta di arresto dei lavori di ristrutturazione e di ampliamento ci aveva preoccupato.

Nei periodi critici si conta sempre su chi resta, si mette in gioco e si sporca le mani, e noi lo faremo sicuramente; vero è che sarà fondamentale avere molta più collaborazione dalle Direzioni Operativa e Sanitaria. La testa sotto la sabbia la si può tenere solo fino a un certo punto, poi è da togliere.

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