A Bergamo 122 stipendi per 100 pensioni. Eccezione a livello nazionale

A Bergamo 122 stipendi per 100 pensioni

A livello nazionale, il numero delle pensioni erogate sta superando quello dei lavoratori. Bergamo, intanto, costituisce una delle eccezioni. A Bergamo e provincia, infatti,  ci sono 122 lavoratori attivi ogni 100 pensionati: una proporzione che pone la terra orobica in 23esima posizione nella classifica nazionale. Nel rating regionale, Bergamo arriva dopo Brescia (135 su 100), Lodi (134 su 100) e Milano (133 su 100). Alla pari con Como. La situazione rispetto alla media nazionale è comunque abbastanza tranquillizzante: calcolando tutta Italia, infatti, la proporzione è di 111 su 100, e in 39 provincie (poco meno della metà) il sorpasso dei pensionati è già avvenuto.

Calo delle nascite e difficoltà di reperimento della manodopera sono i refrain che la politica mette in campo per puntare decisa verso la riforma delle pensioni, contemplando tra le possibilità praticamente il solo innalzamento dell’età pensionabile, oltre ai continui mancati adeguamenti degli assegni dice Giacomo Meloni, segretario generale di FNP CISL provinciale -. È lampante che non sia il modo migliore per affrontare la questione: continuare a insistere nel mantenere in attività persone sopra i 65 anni non fa bene al lavoro e alla salute delle persone, mentre senza investimenti su famiglie e giovani nessuna riforma sarà in grado di reggere alla sfida con il tempo, anche molto prossimo”.

Non condividiamo che le pensioni continuino ad essere considerate una spesa e non si tenga conto del ruolo sociale che hanno – sostiene Danilo Mazzola, segretario CISL di Bergamo -, ritenendo che le misure intervenute negli ultimi anni hanno determinato risparmi rilevanti per effetto del minor numero di prestazioni liquidate rispetto a quanto previsto. Inoltre,  nella determinazione della spesa pensionistica incidono molte voci, che non hanno natura previdenziale,  e non hanno corrispondenza in altri paesi Europei, pertanto diviene necessario intervenire nella rilevazione evidenziando alcune specificità del nostro sistema andando a separare la spesa in previdenza e la spesa per assistenza. Sicuramente gli interventi messi in atto nei ultimi mesi dal governo,  in particolare su opzione donna,  che ne ha fortemente limitato l’accesso,  e sul taglio ai finanziamenti ai fondi stanziati per l’anticipo pensionistico Ape social, vanno nella direzione contraria a una riforma della previdenza  presentata al governo da CGIL, CISL e UIL a Gennaio 2023”.

Però, in dieci anni, si sono “persi” una ventina di stipendi nei confronti degli assegni pensionistici: Bergamo contava, nel 2014, su 450mila lavoratori attivi  per 318.000 pensionati (141 su 100). E in dieci anni anche la “qualità” dei contributi pagati è scesa, di pari passo con l’alzarsi dei contratti “poveri”.

Se ci si limita a analizzare i dati anagrafici della popolazione bergamasca, nel 2002 il rapporto tra attivi (da 14 a 64 anni) e over 65 era di 435 su 100. Al primo gennaio 2023, il rapporto è calato a 291 “under” ogni 100 “over”. Di questo passo, il sorpasso potrebbe arrivare già nei prossimi 10 anni, e non tutti i residenti sotto i 65 anni lavorano.

“ Ci aspettiamo – continua il segretario dei Pensionati CISL – che la trattativa con il governo generi una salutare inversione del trend, e che si cominci a considerare famiglie e figli come punti di forza ed opportunità, non come un peso, e a valutare positivamente l’apporto che l’immigrazione  può dare. Senza dimenticare – conclude Meloni – che nel nostro paese di riforme delle pensioni, a partire dalla riforma Dini del 1995, ne sono state fatte tante e che proprio in prospettiva della tenuta fra lavoratori dipendenti e pensionati si è passati dal sistema retributivo a ripartizione al sistema misto, per arrivare al contributivo per tutti con la riforma Fornero, che ha attivato una scelta che genererà in futuro pensioni molto basse, con forti ripercussioni sul tessuto sociale. Per noi, la priorità è una pensione adeguata  al costo della vita per tutte le generazioni”.

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