Incontro a Bergamo per presentare la ricerca FIM CISL sul comparto metalmeccanico

Incontro a Bergamo per presentare la ricerca FIM CISL sul comparto metalmeccanico

Secondo la ricerca condotta da FIM CISL e dal Centro Ricerche REF, Il cruscotto del lavoro nella metalmeccanica, il settore sta dimostrando, più di molti altri comparti produttivi, capacità di crescita e prospettive di sviluppo. A Bergamo la metalmeccanica occupa oltre 80.000 lavoratori, divisi in circa 7.000 aziende. Sul territorio, sono attivi 403 contratti di lavoro depositati presso il ministero, 376 aziendali e 27 territoriali. Negli ultimi anni, il settore ha fatto registrare risultati positivi per ampiezza del Pil, capacità delle esportazioni e risultati economici quasi ovunque brillanti. In confronto ad altri settori può vantare salari più alti della media, meno precari, tasso di infortuni in calo da una decina d’anni (sebbene tale miglioramento si sia arrestato tra il 2020-21), più produttività. Secondo la ricerca, un lavoratore metalmeccanico, infatti, guadagna in media oltre 40mila euro e i salari sono aumentati fino al 2021 più dell’inflazione. Anche i differenziali retributivi tra uomini e donne sono più bassi dell’economia in generale.

E’ sempre più il tempo di un lavoro giusto, di una nuova dimensione dove lavoratori e aziende ricercano sempre più elementi qualitativi, dove il lavoro diviene sostenibile sia da un punto di vista economico che sociale”. Per Luca Nieri, segretario generale FIM CISL provinciale, che oggi ha presentato a Bergamo i risultati del “Cruscotto”, “in questi anni abbiamo costruito nuove certezze e dimostrato come nel settore metalmeccanico possa crescere produttività e occupazione, una non a discapito dell’altra, superando il paradigma della decrescita felice”.

Nel dibattito di oggi alla Casa del Giovane, la controparte industriale, rappresentata da Agostino Piccinali, del gruppo Meccatronica di Confindustria Bergamo, e Stefano Franchi, di Federmeccanica, ha sottolineato come sia necessario “continuare a crescere insieme. Abbiamo un ruolo sociale più ampio anche di quello della contrattazione: impegnandoci di più per aiutare i ragazzi a fare la scelta giusta. Per condizionare la loro scelta: di frequentare un Istituto Tecnico piuttosto che altro. Le aziende sotto i 50 dipendenti sono ancora il 95%: le politiche industriali devono avere il compito di far crescere il tessuto industriale. Dobbiamo creare grandi rimorchiatori per le piccole medie imprese”. “Servono dunque politiche industriali – ha concluso Franchi – che puntino alla crescita dimensionale delle imprese, a gestire la transizione tecnologica ed ecologica per sostenere non solo la domanda, ma anche l’offerta, l’innovazione di prodotto, la ricerca e lo sviluppo “.

Per Francesco Corna, segretario generale della CISL provinciale, “ … sul territorio bergamasco si fa buona contrattazione: dobbiamo orientare questa contrattazione, e il metalmeccanico lo fa bene, in direzione del benessere organizzativo, con l’obiettivo puntato sulle persone che lavorano nelle aziende. La nuova organizzazione del lavoro deve passare attraverso strumenti di consultazione e partecipazione dei lavoratori: il lavoro e la strategia aziendale devono essere condivisi, a partire dalla questione salari. Non si possono attrarre e reclutare giovani con stipendi lontani da buste paga dignitose e utili alla conciliazione vita – lavoro”.

Il nostro settore sta bene e va meglio di tanti altriha insistito Nieri -. E noi, vogliamo essere il sindacato che vuole superare e staccarsi da una immagine del lavoro pessimistica e fatta solo di luoghi comuni. Abbiamo dei temi aperti su cui dovremo concentrarci nell’immediato che rischiano di essere delle vere emergenze come il ritorno dell’inflazione, l’invecchiamento della popolazione lavorativa, le criticità geopolitiche internazionali che introducono fattori di rischio sulle nostre imprese. Se vogliamo evidenziare una criticità, oggi le micro imprese e quelle artigiane sono le maggiormente esposte e a rischio in prospettiva. Sono quelle che fanno più fatica a rinnovarsi”.

Quanto emerge dal rapporto presentato oggi a Bergamo “richiede al sindacato metalmeccanico tanto coraggio nell’innovazione delle proposte e delle strategiesostiene Roberto Benaglia, segretario generale della FIM nazionale -. Va superata una rappresentazione datata del lavoro piena di luoghi comuni. Serve invece riuscire a contrattare le riforme soprattutto in tema di competenze, di riconoscimento del contributo dei giovani e della partecipazione. Il fatto che il lavoro metalmeccanico contenga più salario, più tutele e qualità rispetto al resto della economia non ci deve consolare ma spronare a nuovi obiettivi sindacali”.

Ecco perché, continua Benaglia, “ … oltre alla contrattazione nazionale, bisogna puntare anche alla contrattazione aziendale, alla detassazione degli aumenti e alle politiche fiscali per fare in modo che i salari recuperino tutto il potere d’acquisto di fronte all’alta inflazione. Siamo di fronte a una fase congiunturale molto delicata, con un’inflazione terribile. Noi dobbiamo dare recupero al potere d’acquisto dei salari, abbiamo una clausola di salvaguardia importante nel contratto nazionale dei metalmeccanici rinnovato nel 2021: a giugno prossimo avremo un aumento che, invece dei 27 euro previsti due anni fa, sarà adeguato all’Ipca misurato in quel momento”.

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