I Voucher Viaggio avranno durata di 30 mesi. Il Parlamento, con un emendamento al Milleproroghe, e accogliendo le richieste delle associazioni di categoria del settore, ha disposto di nuovo la proroga di ulteriori 6 mesi dei voucher viaggi emessi dalle agenzie di viaggio, dai tour operator, dalle strutture turistico-ricettive e dai vettori. Questo, secondo le associazioni dei consumatori, a danno e beffa di chi ha prestato” soldi a agenzie e strutture e non ha potuto riaverli.
“La normativa sui voucher a suo tempo fu accusata in varie sedi di non rispettare le norme europee – ricorda Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo – che prevedono la decisione del passeggero di come utilizzare quanto pagato per un viaggio non effettuato, e la stessa Commissione, Enac e Antitrust li ritennero illeciti. Ma la questione, tra denunce e accese discussioni non cambiò. Il risultato è che i 12 mesi in cui il viaggiatore ha prestato soldi agli operatori senza interessi sono diventati 30… e la storia non è ancora finita”.
Si tratta dei voucher emessi a titolo di rimborso di viaggi, pacchetti turistici, gite scolastiche e viaggi di istruzione non fruiti a causa della pandemia da Covid-19. Durante il primo lockdown, milioni di consumatori hanno dovuto rinunciare alle proprie vacanze a causa delle misure preventive dovute al Coronavirus. Per le strutture presso le quali avevano prenotato, era stata prevista per legge la possibilità di fornire, alternativamente alla restituzione di quanto già pagato, dei voucher della validità di 12 mesi. Alla scadenza, se i voucher non fossero stati utilizzati, sarebbe dovuto avvenire il rimborso ai consumatori. L’estensione della validità dei voucher era stata poi prorogata dapprima a 18 e poi a 24 mesi.
La proroga della validità dei voucher rilasciati dalle strutture ricettive o agenzie di viaggio per esempio riguarda contratti di trasporto aereo, ferroviario, marittimo, nelle acque interne o terrestre; contratti di soggiorno; contratti di pacchetto turistico stipulati; gite scolastiche e viaggi di istruzione. “Mentre auspichiamo un’uscita dalla pandemia e una ripresa del settore turistico, tutti i consumatori che avevano maturato (magari dopo 2 anni) il diritto alla restituzione degli importi corrisposti, vedono di nuovo allontanarsi il momento dell’agognato rimborso. Una ulteriore penalizzazione per i consumatori. Va rafforzata la politica di sostegno alle imprese e agli operatori del turismo, per favorire la ripresa economica e occupazionale del nostro Paese – conclude Busi -, senza gravare sui consumatori, che oggi vengono ancora una volta penalizzati dal provvedimento”.
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