Vendita di Cairo Montenotte e “ristrutturazione” delle linee di produzioni a Stezzano. La riunione del CAE Schneider ha rivelato novità che il sindacato intende valutare con attenzione. I progetti relativi a Stezzano non hanno convinto i delegati di FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL del comitato aziendale europeo, organismo che viene convocato in presenza di scelte aziendali che hanno forti conseguenze organizzative e occupazionali.
“Quanto ci è stato comunicato dall’azienda – sottolinea Giancarlo Carminati, di FIM Bergamo – andrà molto attentamente analizzato, in modo da garantire che sia davvero un progetto di sviluppo e in prospettiva crescita. Per ciò che riguarda Cairo, il coordinamento nazionale dichiara il suo totale dissenso dalla volontà aziendale di mettere fuori dal perimetro di gruppo i 130 lavoratori di quello stabilimento, destinandoli a un futuro incerto”.
La direzione aziendale ha infatti comunicato che entro il secondo trimestre del 2023, un interruttore prodotto a Stezzano uscirà dalla commercializzazione. Entro lo stesso periodo, Schneider prenderà la produzione di un nuovo interruttore, che come da normative ambientali non conterrà gas isolante, e che verrà messo in produzione nello stabilimento bergamasco. La direzione Schneider dichiara che questa modifica del mix produttivo garantirà la piena occupazione di tutti gli attuali addetti alla produzione di Stezzano. Invece, lo stabilimento di Cairo Montenotte (in provincia di Savona) verrà venduto a un fornitore di Schneider, che dovrà garantirne sviluppo industriale e consolidamento.
“Nei prossimi giorni – conclude Carminati – faremo assemblee in tutto il gruppo. Per lunedì 8 ottobre ci saranno due ore di sciopero in tutto il gruppo, proprio per denunciare la nostra contrarietà alla vendita di Cairo e dichiarare la poca chiarezza sul futuro industriale di Stezzano”.