Due assemblee per chiarire il Piano per la scuola estate 2021 a Bergamo

Piano per la scuola estate 2021 a Bergamo

Ormai alla vigilia delle operazioni conclusive dell’anno scolastico in corso, è arrivata la novità del Piano per la scuola estate 2021 e, con una certa fretta, agli organi collegiali dei diversi istituti viene chiesto ora di decidere cosa fare. “Gli interrogativi del personale sugli adempimenti richiesti sono molti, tra l’altro al termine di un anno scolastico difficile, in cui ciascuno si è prodigato per garantire continuità a un’offerta formativa che nelle scuole della nostra provincia non si è mai interrotta”, hanno spiegato le due segretarie generali Paola Manzullo della CISL Scuola Bergamo e Elena Bernardini della FLC-CGIL di Bergamo.

Proprio per cercare di rispondere a nuovi dubbi e quesiti, le organizzazioni sindacali propongono due assemblee provinciali convocate entrambe per martedì 18 maggio (con modalità da remoto) e rivolte al personale degli istituti comprensivi dalle ore 8.30 alle 10.30 e a quello degli istituti secondari dalle ore 11.30 alle 13.30. La partecipazione comporta la possibilità di esonero dal servizio.

Proponiamo due incontri distinti per poter affrontare le specificità dei diversi ordini di scuolaproseguono Manzullo e Bernardini – . Nelle assemblee ci confronteremo con docenti e personale ATA sulla gestione di questo impegno aggiuntivo, a cui si aderisce volontariamente, e che non può certo restituire e recuperare le occasioni che l’emergenza ha compresso. Il piano per l’estate potrà rappresentare davvero un ‘ponte verso un nuovo inizio ’ come vorrebbe il Ministero solo se a partire dal prossimo anno scolastico saranno assicurati in tempo organici, risorse e protocolli di sicurezza, con uno sguardo che vada oltre i mesi estivi e oltre l’emergenza. Daremo anche informazioni sulle interlocuzioni in corso fra organizzazioni sindacali e ministro per definire, all’interno di un ‘Patto per la scuola’, impegni per riqualificare il sistema scolastico e per rinnovare il contratto”.

A fine aprile il Ministero ha comunicato alle scuole di aver stanziato una somma di 510 milioni di euro per programmare e svolgere attività finalizzate al rinforzo e al potenziamento delle competenze disciplinari e della socialità da svolgere nel periodo tra giugno e settembre 2021, come attività “ponte”, appunto, per l’anno scolastico 2021/2022.

Alle scuole si chiede di programmare in tre fasi (giugno, luglio/agosto, settembre) attività che si propongono lo scopo di colmare i vuoti di didattica in presenza e di socialità che la pandemia ha portato con sé nel corso del 2020/2021. Le istituzioni scolastiche sono chiamate a programmare attività di vario genere, avendo la possibilità di coinvolgere nella loro realizzazione anche soggetti esterni come associazioni, terzo settore, ecc.,  nell’ambito degli obiettivi  del PTOF. Dentro a questo percorso può essere valorizzato il rapporto tra scuola e territorio, enti locali ed associazioni.

È un obiettivo che avrebbe potuto avere maggiore efficacia ove inserito in uno sguardo di prospettiva oltre i mesi estivi e l’emergenza per una complessiva riqualificazione del sistema scolastico e per avviare una stagione di investimenti a partire dal PNRR – continuano Manzullo e Bernardini -. Ora, la nota del Ministero presenta diversi limiti, in termini di precisione di indicazioni e di fattibilità concreta, dovuti ad un mancato e preliminare confronto con il mondo della scuola, coi suoi protagonisti e i suoi rappresentanti, in assenza anche di protocolli di sicurezza e di indicazioni sulle modalità di reclutamento e di garanzie contrattuali per i lavoratori. Quello che sappiamo è che l’adesione del personale, delle famiglie, degli studenti è volontaria, e che le iniziative sono autonomamente determinate da parte degli organi collegiali”.

C’è poi la questione del lavoro del personale ATA (ausiliario, tecnico, amministrativo): “Sarà poco probabile – concludono – che le segreterie delle scuole possano farsi carico di organizzare e gestire attività così complesse in un periodo dell’anno in cui lavorano a ranghi ridotti (anche a causa di un elevato numero di personale ATA precario assunto fino al 30 giugno). Pensiamo sia necessario valutare la fattibilità di quanto si programma in termini di apertura delle sedi/plessi (soprattutto nella scuola di infanzia e primaria), di personale disponibile (e del loro diritto alle ferie) e di quanto impegno da retribuire viene richiesto agli amministrativi ai tecnici e agli ausiliari nella compartecipazione a tutti i progetti. Per questo riteniamo necessario anche procedere alla proroga dei contratti a tempo determinato con scadenza 30 giugno”.

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