Lāemergenza coronavirus ha aperto un altro fronte nelle battaglie di Adiconsum Bergamo: i rimborsi delle rette alle scuole private. āLa sospensione dei servizi educativi – spiega Mina Busi, presidente Adicomsum Bergamo – ha creato non pochi disagi alle famiglie italiane che, ad oggi, si ritrovano ad aver giĆ pagato interamente o parzialmente le rette scolastiche dei figli; a queste devono aggiungersi tutti quei servizi āextra scolasticiā quali la mensa, il trasporto scolastico e il servizio āpre e post scuola. Stiamo ricevendo decine di richieste da molti genitori che ci chiedono se possano ottenere o no il rimborso e sospendere le rate per il mancato servizioā.
Mediamente una famiglia sostiene costi per almeno 500/600 euro al mese per mandare in strutture private il proprio figlio, non avendo trovato posto in quelle pubbliche. Le scuole paritarie di infanzia e primaria, come ĆØ noto, rappresentano una parte fondamentale del sistema di istruzione del nostro Paese. Due bambini su 3, in Italia, frequentano gli asili privati o paritari e 1 su 5 frequenta le scuole elementari presso una scuola paritaria. Dei 13.000 istituti scolastici italiani il 70% garantisce lāistruzione dellāinfanzia, mentre il 15% della primaria e il restante 15% della secondaria di primo e secondo grado.
Nella Bergamasca, in circa 130 ānidiā privati, sono iscritti 3.000 bambini; sono 229 le scuole paritarie per l’infanzia con 20.449 iscritti e 31 le primarie con 5.175 alunni; le scuole dellāinfanzia (spesso a ispirazione cattolica) si trovano in ogni angolo della provincia, nonostante negli ultimi anni anche questo ramo della scuola ha avuto un decremento significativo di alunni e di personale.
Mentre gli asili comunali, le case di cura e i centri diurni pubblici, rientrano nel “Cura Italia” e le rate sono state sospese, attualmente, le norme adottate per fronteggiare lāemergenza COVID-19, non riportano alcunchĆ© circa la possibilitĆ per i genitori di sospendere il pagamento delle rette scolastiche, nĆ© di richiedere il rimborso delle quote giĆ versate alla struttura privata.
Secondo ADICONSUM, dunque, per fronteggiare questa problematica bisogna applicare i principi generali. Il fondamento del diritto a chiedere il rimborso sta nelle ācause di forza maggioreā derivanti dal Coronavirus e dallāemergenza in corso che non permettono lo svolgimento delle prestazioni scolastiche giĆ pagate.
Per lāufficio legale di ADICONSUM, āla sopravvenuta impossibilitĆ di ricevere la prestazione per la quale ĆØ stato giĆ corrisposto il corrispettivo o parte di questo, realizza la conseguente risoluzione dellāaccordo, ai sensi dellā art. 1463 del codice civile, e il diritto dei consumatori ad ottenere il rimborso di quanto pagato a titolo di retta mensile e/o per il servizio mensa ed accessori, non usufruiti. Il tutto, facendo attenzione che lo stesso accordo scritto non contenga clausole che prevedano il pagamento della retta anche in caso di chiusura imposta da eventi esterniā.
āIn pratica ā sottolinea Busi -, la mancata fornitura del servizio nella situazione attuale non dipende dalla volontĆ della famiglia, che anzi riceve un danno economico per il mancato servizio, non dipende neppure alla volontĆ dellāasilo. Peraltro da quanto abbiamo visto non ci sono contratti che prevedano casi di chiusura per eventi esterni. La frequenza delle scuole dellāinfanzia e della primaria puĆ² non essere regolata da un accordo scritto ma da un pagamento di una quota di iscrizione e di una retta mensile. In tal caso, lāinterruzione della frequenza per causa di forza maggiore non sembra possa obbligare le famiglie al pagamento delle relative rette o a non rivedersi accreditati i pagamenti giĆ versati per un servizio che, al momento, gli istituti scolastici non possono garantire”.
“Come – continua Busi – per qualunque servizio o prestazione non erogati, chi ha pagato ha diritto alla restituzione delle somme, altrimenti, si paleserebbe un indebito arricchimento in capo a detti istituti nonchĆ© conseguenti disagi alla situazione patrimoniale di numerose famiglie italiane. Ovviamente non si ha diritto al risarcimento del danno per inadempimento. Pertanto, i genitori di figli iscritti a scuole per lāinfanzia e alla primaria private hanno diritto al rimborso di quanto pagato per il periodo di chiusura delle scuole, nonchĆ© il diritto a non pagare la retta per tutto il periodo di chiusura. Eā auspicabile un intervento da parte del Ministero per evitare migliaia di contenziosi tra famiglie e Enti scolastici, in tal senso abbiamo sollecitato dei parlamentari bergamaschiā.
Contattando via e-mail adiconsum.bergamo@cisl.it ĆØ possibile avere copia della lettera da mandare allāIstituto.