Alle Poste arriva “l’emergenza pensioni”

Considerata l’emergenza coronavirus, il pagamento delle pensioni agli inizi di marzo mette gli operatori di Poste Italiane in apprensione. Cisl Slp  ha chiesto nei giorni scorsi un incontro per sapere come l’azienda abbia intenzione di muoversi, e Poste Italiane ha comunicato che “in considerazione delle prossime scadenze relative al pagamento delle pensioni, è stata disposta l’affissione in tutti gli Uffici Postali di indicazioni utili ad evitare il sovraffollamento da parte della clientela”.

L’azienda locale – precisa Rossana Pepe, segretaria generale Slp Cisl Bergamo – si è attivata, mancano iniziative più forti a livello centrale al di là della disponibilità ad una riunione in videoconferenza per il pomeriggio del giorno 2 marzo, cioè dopo la conclusione del primo giorno di pagamento delle pensioni”.  

Il sindacato CISL dei lavoratori delle Poste suggerisce di invitare l’utenza ad utilizzare gli strumenti elettronici di pagamento o ritiro di contanti, sollecitando la dirigenza di Poste Italiane ad adeguare opportunamente i cash dispenser in vista dell’auspicabile maggiore utilizzo.

In questa situazione di emergenza, però, vanno tenute presenti anche le condizioni di quei numerosi pensionati  a basso reddito che ritirano ancora la pensione in contanti e non si sono ancora attrezzati per altro tipo di pagamentoaggiunge Caterina Delasa, segretaria generale Fnp Cisl Bergamo -. Sono soprattutto i più anziani, e per questi, che in questi giorni avranno oggettivo bisogno di ritirare il proprio assegno, vanno studiate azioni utili a limitare le possibilità di contagio che, come si è visto in questi giorni, vede proprio gli anziani tra gli obiettivi più sensibili”.

Secondo i dati INPS, infatti, un terzo dei pensionati ritira la propria mensilità alle Poste, il restante ha un conto corrente bancario. Quindi, secondo i calcoli FNP, su quasi 100.000 pensionati (un terzo del totale) che hanno la pensione alle Poste, sono circa 20.000 quelli che ritirano fisicamente l’assegno agli sportelli.

I trattamenti più ricchi – conclude Delasa – solitamente sono associati a conti correnti e carte di credito, mentre sappiamo che i molti pensionati  a basso reddito, continuano a preferire il ritiro allo sportello. Speriamo che si trovino condizioni e modalità perché un passaggio come questo non finisca per comportare nuovi problemi e nuove emergenze”.

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