Consumatori sotto attacco del cybercrimine. Sono sempre più numerose, infatti, le azioni compiute da vere e proprie organizzazioni malavitose per colpire online, loro malgrado, gli utenti d’incolpevoli società, imprese, enti e realtà varie che utilizzano il web tramite computer o smartphone, per (citando gli esempi più ricorrenti) operazioni con la banca e le poste (home banking), acquistare prodotti e servizi di ogni genere (e-commerce), interfacciarsi con la pubblica amministrazione, con il fisco, con le aziende ospedaliere. Ma, di pari passo all’incremento dei sopracitati internauti, aumenta anche chi, grazie ad abilità informatiche non comuni e approfittando della buona fede di persone che hanno ancora difficoltà a districarsi tra le nuove tecnologie, mette in atto delle autentiche truffe, spesso anche di migliaia di euro.
«Phishing» e clonazione
“Dalla nostra esperienza – spiega Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo, l’associazione a difesa dei consumatori e dell’ambiente della Cisl – i rischi maggiori riguardano il furto dei codici e delle password personali degli utenti (il cosiddetto phishing) e la clonazione delle carte elettroniche (di credito o di debito, più note come bancomat). Con il phishing s’inganna l’utente convincendolo a fornire i propri codici e le proprie password personali attraverso e-mail o messaggi sul cellulare, solo apparentemente riconducibili alla banca o all’istituto di credito presso cui si è clienti. Ultimamente il phishing si sta verificando anche attraverso l’invio sulla casella di posta elettronica degli utenti di fatture o bollette false che s’invitano ad aprire: cosa che, una volta fatta, dà il via libera per frodare gli ignari malcapitati”.
Massima allerta anche in tema di clonazione delle carte elettroniche, nonostante le banche, le società di credito al consumo e tutte le realtà che utilizzano internet per facilitare il rapporto con la propria utenza continuino a investire per scongiurare il furto dei codici segreti dei propri clienti, direttamente al proprio sportello o tramite hacker (esperto informatico in grado di manipolare o modificare un sistema o una rete informatica). Internet sta coinvolgendo sempre più persone, anche gente di una certa età, compresi tanti pensionati, e questo è un bene perché si ampliano le amicizie (con i social network), si risparmia tempo e denaro (con l’e-commerce e i siti istituzionali).
Competenze e accortezza
Ma non sempre le persone specializzate nel lavoro svolto per una vita, sono in possesso delle necessarie competenze informatiche e accortezze per navigare con sicurezza in rete. Perché in internet, come abbiamo visto, sono in azione anche bande di criminali che, per rubare, hanno semplicemente cambiato il “ferro” del mestiere: non più un’arma ma una tastiera del computer. Ma chi sono i soggetti più esposti al rischio di frodi on line? “Si potrebbe pensare soprattutto ai soggetti più anziani, in considerazione della loro età che nella maggioranza dei casi determina una poca dimestichezza con il mezzo informatico: ma questa ipotesi, in base alle nostre esperienze, è smentita dai fatti – spiega la presidente di Adiconsum Bergamo -. Perché è vero che tra le principali vittime dei cybercriminali ci sono gli utenti meno inclini all’uso della tecnologia (e tra questi, sono molti gli anziani alle “prime” pigiate sulle tastiere del pc) ma anche gli utenti più “smart” in tema di tecnologia e web”.
“Dato che in rete navigano soprattutto le nuove generazioni e gli adulti under 55 anni – prosegue Busi -, proprio tra loro si trovano i soggetti che più di altri rimangono vittime di frodi informatiche: i più giovani (dai 20 ai 30 anni) e i loro “genitori” (dai 40 ai 50 anni); i primi a causa di un utilizzo massiccio del commercio elettronico, che rappresenta il luogo ideale per il furto o l’intercettazione di dati personali, i secondo perché spesso, a causa di una lettura frettolosa, non riescono a valutare correttamente l’e-mail o i messaggi esca”.
Per evitare ciò, meglio cominciare a mettere in pratica i consigli redatti dall’Adiconsum. Partiamo sul cosa è meglio fare:
- cercare di assicurarsi che il sito online ove si vogliono utilizzare i metodi di pagamento elettronico venga segnalato come sicuro;
- aderire eventualmente a sistemi di pagamento che riescano a criptare in modo efficace le informazioni sensibili o i propri codici contabili, oppure che riescano, per quanto possibile, a garantire l’intera tracciabilità del pagamento effettuato;
- per i pagamenti usare carte prepagate;
- aggiornare il programma antivirus (in commercio ce ne sono tanti) sul proprio computer.
- Evitare di rispondere a e-mail che, pur avendo all’interno del testo loghi ufficiali di banche, istituzioni e/o enti pubblici, nell’indirizzo del mittente abbiano invece strani nominativi o strani suffissi di provenienza. Fondamentale in questo caso chiamare subito il soggetto che compare nella comunicazione fasulla per metterlo nelle condizioni di bloccare la truffa e sporgere denuncia ai carabinieri.
- Evitare inoltre di fornire i codici di accesso ed eventuali password segrete e di tenere i propri codici e/o password di accesso sul cellulare o sul computer.