Il bando per la terza edizione del concorso dedicato a Pierre Carniti

Il bando per la terza edizione del concorso dedicato a Pierre Carniti

Il Premio Pierre Carniti è giunto alla sua terza edizione. Il concorso, promosso dalla Cisl, dalla famiglia Carniti e dall’Associazione Astrolabio del Sociale, è curato da un gruppo di studiosi di relazioni industriali e sindacalisti con l’intento di premiare ricerche e studi realizzati da giovani nel campo delle politiche sociali, del lavoro e della lotta alle disuguaglianze.

L’iniziativa intende interessare sempre più giovani studenti e studiosi alle tematiche del lavoro e della rappresentanza, oltre a costituire un’opportunità per ricordare la figura di Pierre Carniti.

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Possono essere presentati lavori attinenti a una delle aree tematiche di seguito indicati

CONOSCENZA, COMPETENZE, LAVORO NELLA SOCIETA’ 4.O
Man mano che la società digitale apre alle persone, giovani e adulte, nuove opportunità, e le espone a nuovi rischi, devono irrobustirsi anche le condizioni e gli strumenti che possono preservare la loro autonomia di valutazione e tutelare la loro dignità di cittadini, lavoratori, consumatori.

Emerge chiaramente l’importanza di competenze tecniche e umanistiche che consentano di tenere il passo con i mutamenti che l’economia digitale produce ciclicamente sulle professionalità ma anche sull’integrità psicofisica degli individui.  Poter accedere ad adeguate opportunità formative lungo l’intero arco della vita diventa fondamentale.

Ma come assicurare a tutti il diritto a un’educazione permanente? Come adeguare soggetti e strutture della formazione, a tutti i livelli, per accompagnare e sostenere l’impatto con questi processi e fare in modo che le persone non debbano affrontarli da sole?

Quale ruolo propositivo e organizzativo possono e devono svolgere i soggetti sociali per valorizzare persone e lavoratori coinvolti nell’evoluzione e nei mutamenti delle tecnologie?

 

DEMOGRAFIA, INVECCHIAMENTO ATTIVO, CRESCITA SOCIALE 
La denatalità affligge l’Italia: l’andamento negativo del saldo demografico si presenta più marcato che in altri Paesi europei e industrializzati, mentre i tassi di invecchiamento della popolazione aumentano costantemente.

Lo spread demografico ha conseguenze più pesanti, anche se meno rumorose e incidenti nel breve periodo, di quello finanziario; può sconvolgere i rapporti generazionali, sociali, economici e finanche etici. L’immigrazione, se nel breve/medio periodo può attenuare gli effetti negativi della bassa natalità, non può da sola rappresentare la soluzione.

Le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione, anche lavorativa, sono sempre più evidenti, interrogano le politiche di welfare e anche la contrattazione collettiva.

Come è possibile intervenire da subito per invertire questa tendenza e trovare nuove e più adeguate soluzioni? Quali politiche, quali interventi prioritari dovrebbero essere attivati, anche in un’ottica di confronto internazionale sia per invertire il fenomeno dell’invecchiamento demografico che per gestirlo, fuori e dentro i luoghi di lavoro?

 

IO E NOI: RASSEGNARSI AL CONFLITTO O TROVARE NUOVE SINTESI?
Molte delle vicende sociali, economiche, politiche, religiose di questo inizio millennio sono contrassegnate, nel mondo, ma anche in Italia, da un acceso e diffuso conflitto tra le esigenze individuali, familiari e quelle della comunità di appartenenza. Veri e propri muri si stanno innalzando nei luoghi di vita, di lavoro e persino di gioco, tra le aspettative e i bisogni materiali e immateriali dei singoli e quelli che attengono alla realtà locale, all’integrazione multiculturale, alla dimensione nazionale, europea e globale, al grande tema delle migrazioni di massa.

Si percepisce, quotidianamente, un affanno crescente nel trovare sintesi robuste e condivise. La stessa democrazia, nelle forme concrete di funzionamento, viene distorta e piegata all’illiberalità in tante parti del mondo come nel nostro Paese. La partecipazione delle persone alle scelte collettive è sempre più diluita in formalismi e technicalities che non assicurano la piena consapevolezza della complessità delle questioni su cui si è chiamati a decidere, fino a lambire anche i luoghi del lavoro e le dimensioni della sua rappresentanza.

Quali protagonisti sociali, economici, culturali e politici potrebbero essere i motori di una ricostruzione dei rapporti interpersonali nella loro dimensione comunitaria?  Con quali leve, alleanze, modalità?

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