Rapporto semestrale FIM CISL Lombardia sul settore metalmeccanico

Rapporto semestrale FIM CISL Lombardia

Dal rapporto semestrale della FIM CISL Lombardia, la metalmeccanica a Bergamo viaggia in controtendenza rispetto al settore lombardo. La situazione registrata dalla Fim Cisl Bergamo è infatti rimasta in linea con il primo semestre del 2018, evidenziando una netta riduzione nell’utilizzo della Cassa Integrazione. Ma le prospettive non sono comunque rosee, neppure a queste latitudini. “Rimangono comunque forti preoccupazioni per il 2019sottolinea Luca Nieri, segretario generale dei metalmeccanici CISL di Bergamo -. I segnali registrati a livello nazionale negli ultimi  due quadrimestri del 2018, la recessione tecnica preventivata, si stanno materializzando con un rallentamento dell’economia locale.

Per Nieri il panorama internazionale condizionerà sicuramente una produzione particolarmente orientata all’export. Peserà il crollo del sistema commerciale mondiale, per via dei dazi imposti dagli USA; condizionerà il rallentamento di paesi importanti come Germania e Cina e la frenata del settore auto, trainante negli ultimi anni.  L’economia “drogata” da tassi bassi e dal quantitative easing potrebbe penalizzare la nostra economia e la legge di bilancio ha calato il suo carico, non sostenendo il lavoro e non rilanciando i consumi interni. “Sono tutti elementi che non ci lasciano sicuramente tranquilli  – conclude il leader dei metalmeccanici bergamaschi – e che in base a come si andranno a combinare potrebbero condizionare negativamente la nostra provincia, tuttora leader nelle esportazioni”.

Il Rapporto semestrale FIM CISL Lombardia sulla situazione del settore metalmeccanico rileva sistematicamente i dati nelle circa 7.000 aziende industriali, con oltre 550.000 lavoratori,  dell’intera regione. Nel 2° semestre 2018 sono state colpite dalla crisi 259 aziende (325 nel semestre precedente) e 9.647 lavoratori (8.448 nel periodo precedente).

A livello regionale, diminuisce il numero delle imprese coinvolte dalla cassa integrazione ordinaria, 221 aziende rispetto alle 267 del semestre precedente, ma aumenta il numero di lavoratori coinvolti (7.698 contro i 6.402 del semestre precedente). Stabile il numero delle aziende con ricorso alla cassa integrazione straordinaria, utilizzata in 22 aziende (23 nel semestre precedente),  anche se cresce il numero di lavoratori coinvolti, che sale a quota 1.526 (1.190 nel semestre precedente). Si riduce, invece, il ricorso alla mobilità, adottata in 18 aziende (35 il semestre precedente), con una conseguente discesa del numero di licenziamenti che si attestano a 423 (856 nel semestre precedente), dato sempre però su livelli di guardia: negli ultimi due anni, infatti,  il numero dei licenziati tocca quota 2682, confermando il persistere della crisi e la deresponsabilizzazione di diverse aziende rispetto all’impatto sociale.

Il 4% degli interventi di cassa integrazione straordinaria è rappresentato dalla cig in deroga,  che cala rispetto al 2015 ma solo a causa della maggiore selettività dei requisiti. Si riduce il numero dei contratti di solidarietà che passano dagli 8 dello scorso semestre ai 7 di quello attuale, ma sale il numero dei lavoratori interessati da questo ammortizzatore da 320 a 514, confermando così una situazione di incertezza. Il totale degli accordi stipulati negli ultimi 4 semestri è pari a 53 per un totale di 3.540 lavoratori. Numeri che, seppur in calo, fanno totalizzare oltre 1.500 posti di lavoro salvati, a conferma della bontà di uno strumento di solidarietà e redistribuzione del lavoro, che si aggiungono alle migliaia di posti di lavoro salvati nei semestri precedenti durante gli anni di crisi.

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