La Madia ha rilanciato ai lavoratori la palla del confronto

“Voto nove alla Madia, ma governo da 2 meno” Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp, commenta così l’incontro del 26 luglio a Palazzo Vidoni. “Il ministro della Pa ha fatto bene a rilanciare ai lavoratori la palla sgonfia del governo e ad aprire il confronto tra sindacati e Aran sui temi veri del pubblico impiego: produttività, valutazione, reclutamento, mobilità, organizzazione. Lo scorso anno negli stessi giorni eravamo sotto la sede del ministero a manifestare, oggi finalmente si apre la partita. E si inizia a giocare come si sarebbe dovuto fare dall’inizio: con i lavoratori in campo nel confronto sui decreti delegati della riforma”.

Servizi pubblici del paese a livelli del 2001

Al contrario di quanto si ostina a fare il governo sui contratti: “E’ un governo da 2 meno che non sa amministrare il personale. Non si rende nemmeno conto che gli stipendi di chi manda avanti i servizi pubblici del paese sono tornati ai livelli del 2001”, attacca Faverin. “Un infermiere, un agente di polizia locale, un funzionario del fisco, un addetto al front-office di un comune guadagnano oggi come 15 anni fa. Qualunque datore di lavoro al posto di Renzi si preoccuperebbe per le sorti dell’azienda Italia”.

Organizzazioni flessibili e resilienti

Servono più flessibilità e più produttività nel lavoro pubblico? Verissimo. Ma questo si ottiene motivando le persone”, prosegue il segretario della funzione pubblica Cisl. Chi vuole davvero un sistema di servizi veloci e avanzati sa benissimo che deve puntare sulla dignità professionale e sul riconoscimento sociale ed economico dei lavoratori, a partire dal contratto. Mettendo le persone nelle condizioni di dare il meglio nel proprio lavoro, al servizio degli altri. E costruendo organizzazioni flessibili, resilienti, con meno gerarchia e più formazione, più competenze, più benessere organizzativo, più investimento nelle professionalità. Ma da noi, unico tra i paesi competitor, si fa l’esatto opposto”.

Aprire una stagione di riprogettazione dei servizi pubblici

E poi c’è il nodo di fondo: l’innovazione dei servizi. Cioè capire di quali servizi ha bisogno un giovane che cerca lavoro, un anziano con patologie croniche, una famiglia alle prese con l’educazione dei figli, un’impresa che chiede giustizia in un contenzioso”, conclude Faverin. “Al governo chiediamo di aprire una stagione di riprogettazione dei servizi pubblici insieme ai professionisti che ogni giorno sono in prima linea e ai cittadini che sui quei servizi devono poter contare. Dobbiamo rimettere al centro della pubblica amministrazione non ciò che conviene ad amministratori e manager, ma ciò di cui le persone hanno bisogno. Se vogliamo pensare al futuro del Paese, dobbiamo ridisegnare servizi, processi, competenze e soluzioni in grado di sostenere le comunità e generare sviluppo”.

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