Istat: i giovani pagano il prezzo più alto della crisi

Dichiarazione di Andrea Donegà, coordinatore nazionale giovani FIM CISL

Se spariscono i giovani dal mercato del lavoro, spaziamo via il futuro e la speranza del Paese. 
In un momento in cui si riaccende il dibattito sulla solidarietà intergenerazionale e le sue evidenti contraddizioni, l’Istat dipinge un quadro sconcertante della situazione del Paese. Dal 2008 al 2014 sono stati 2 milioni i giovani under 35 a perdere il posto di lavoro. Una cifra spaventosa in un contesto che non accenna a migliorare dove le chisure aziendali sono ancora all’ordine del giorno, come dimostra l’inaccettabile passo indietro di Whirlpool che oggi annuncia l’incremento degli  esuberi.

Una situazione del genere è il risultato di un’inesistente politica industriale che persevera da anni e che restringe sempre più le opportunità lavorative per i giovani, costretti a lasciare il Paese o a parcheggiarsi ai margini della società.

Noi che non crediamo alla favola dei diritti “acquisiti” e che puntiamo ad allargare la possibilità di un lavoro e di una vita dignitosa per tutti, in un’ottica di giustizia ed equità, non accetteremo mai questo declino. Le nuove generazioni devono tornare a essere energia e forza di cambiamento nonché fulcro delle politiche sociali e di lavoro. Ogni errore e sottovalutazione   commessi oggi rappresentano l’innesco di una bomba sociale destinata ad esplodere tra qualche anno.

 

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