Bonus una tantum ai pensionati

Il decreto del Governo sulle pensioni prevede un bonus una tantum di 500 euro in media per i pensionati con trattamenti fino a 6 volte il minimo. Una scelta che CISL ed FNP giudicano inadeguata e insufficiente; e che sconta il mancato confronto con i sindacati dei pensionati che più volte nei giorni passati avevano chiesto un incontro con il governo per discutere di modalità e tempi della restituzione.

Michele Bettoni, segretario generale ddel sindacato FNP CISL Bergamo, ritiene che ”si sarebbero potute trovare soluzioni eque e socialmente giuste, dando priorità alle pensioni medio basse, pur lasciando fuori i trattamenti di importo molto elevato. La risposta del governo, invece, è inadeguata ed insufficiente. Il provvedimento annunciato offre una copertura parziale e limitata alle pensioni fino a 6 volte il trattamento minimo Inps (poco più di 2.000 euro netti mensili) e restituisce, in media, con il bonus Poletti di 500 euro, solo 1/6 degli arretrati complessivamente dovuti. La ricostituzione delle pensioni rimane anch’essa limitata e non consente, neanche dal 2014 in poi, di recuperare la perdita del potere di acquisto determinatasi a seguito delle norme della legge Fornero”.

Insomma, per il segretario dei pensionati bergamaschi, “ ancora una volta i pensionati che non chiedono regali, ma un giusto riconoscimento di quanto trattenuto negli anni 2012-2013 ai danni delle loro pensioni si sarebbero aspettati una risposta strutturale del sistema di rivalutazione, magari con l’accordo dei propri rappresentanti sindacali, considerando che le pensioni negli ultimi 15 anni hanno  perso oltre il 30% del proprio potere d’acquisto”.

La FNP CISL – si legge in una nota della segreteria nazionale – ribadisce che, prima ancora di affrontare la questione del rimborso degli arretrati, è necessario ricostituire le pensioni sulla base della legge Prodi, per cui continuiamo ad invitare il governo a convocarci immediatamente. Se ciò non avverrà, saremo costretti, come già anticipato, a dare il via a varie mobilitazioni in tutta Italia al fine di vedere riconosciuti i diritti di quanti oggi sono stati offesi dalle parole del presidente del Consiglio”.

Il bonus, secondo le indicazioni del governo, non spetterà a chi ha una pensione superiore ai 3.200 euro lordi. Dovrebbero esserci tre fasce di rimborso: fra 3 e 4 volte il minimo, fra 4 e 5, fra 5 e 6. Un pensionato con un reddito di 2.400 euro lordi mensili dovrà accontentarsi di 450 euro, mentre secondo i calcoli  avrebbe avuto diritto a 3.000 euro per il quadriennio 2012-2015. Per gli assegni di circa 1700 euro lordi di pensione il bonus sarà di 750 euro, per quelli di 2.200 euro sarà di 450 euro, per quelli di 2.700 sarà di 278 euro.

Per quanto riguarda Bergamo, non avrebbero diritto né alla restituzione come previsto dalla Consulta, né tanto meno a un bonus i circa 5.000 pensionati con assegno superiore ai 3.200 €, mentre per i restanti 57.000 titolari di pensioni sotto i 3.200 €,  riceverebbero  “rimborsi medi”  di circa 1/6 del dovuto. Dal 2016, poi, ci sarà l’introduzione di un mini-meccanismo di indicizzazione: chi guadagnava 1.700 euro l’anno, avrà 180 euro di rivalutazione (14 euro al mese); per gli assegni da 2.200 sono 99 euro annui e per quelli da 2.700, 60 euro all’anno (5 euro al mese), naturalmente si parla di importi al lordo delle tasse. Riparametrazione che viene riconosciuta a scalare dal 24% al 21%, tiene a riferimento il bonus erogato e non la rivalutazione effettivamente persa con il decreto.

Serve assolutamente che a livello nazionale si apra un tavolo per discutere le modalità operative e i tempi di riconoscimento di quanto dovuto – conclude Bettoni -. Questa discussione deve essere l’occasione anche per riaprire il confronto sulla legge Fornero e apportare modifiche che vadano a favore dei giovani, delle donne e dei lavoratori”.

 

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