730 precompliato? C’è il rischio di escludere i più deboli

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al primo decreto legislativo che attua la delega fiscale per la semplificazione. Si tratta di un testo in 34 articoli, che includono tra l’altro la dichiarazione dei redditi precompilata, rimborsi Iva più facili e la semplificazione per l’eredità diretta e per i rimborsi per le società. Dal prossimo anno, dunque, in via sperimentale, arriverà il 730 precompilato sui redditi del 2014. Sarà comunque possibile presentare la dichiarazione secondo le vecchie modalità. E dal 2016 la dichiarazione precompilata conterrà anche le spese sanitarie del 2015. Secondo la bozza del decreto legislativo, l’Agenzia delle entrate renderà disponibile per via telematica entro il 15 aprile di ciascun anno ai titolari di redditi da lavoro dipendente e assimilati la dichiarazione precompilata relativa ai redditi prodotti nell’anno precedente che può essere accettata o modificata.

La decisione del Governo di mettere a disposizione di circa 30 milioni di contribuenti la dichiarazione precompilata “risponde ad un’esigenza di semplificazione del rapporto tra fisco e cittadini da sempre auspicata dalle Organizzazioni Sindacali. Il CAF CISL condivide l’ipotesi di semplificazione delle procedure ponendo tuttavia l’attenzione sia sulle fasce più deboli dei cittadini/contribuenti, sia sulle ipotesi di riforma del sistema sanzionatorio”.

La CISL di Bergamo, però, ritiene che l’iniziativa debba “muoversi nella direzione di un fisco amico del cittadino e di una maggiore tracciabilità e trasparenza degli oneri deducibili e detraibili, e per questo chiede al Governo di coinvolgere le forze sociali nella discussione sul percorso in atto, per le rilevanti implicazioni che avrà su lavoratori dipendenti e pensionati, per ora unici destinatari del provvedimento”.

Rispetto alle prime ipotesi circolate, secondo cui la dichiarazione precompilata sarebbe stata inviata a tutti i contribuenti, “apprendiamo – dice Candida Sonzogni, responsabile CAF CISL – che l’accesso diventerebbe indiretto (a esempio tramite Internet), con il rischio, quindi, di escludere soprattutto i cittadini più deboli. O, ancora, non si tiene conto della possibilità che con le nuove procedure, e le susseguenti difficoltà a misurarsi con la tecnologia necessaria e l’inesperienza, si possano verificare errori che si ripercuoterebbero negativamente sull’intero sistema fiscale e sui contribuenti stessi. Due aspetti che spingono verso una  valutazione attenta per far sì che la semplificazione sia effettiva e in favore dei cittadini”.

E’ evidente – conclude Sonzogni – che il percorso organizzativo di attuazione e applicazione della riforma sarà complesso, tuttavia ci vedrà sempre impegnati a fianco dei nostri iscritti e assistiti affinché la semplificazione divenga un fatto concreto e si realizzi nell’interesse vero dei contribuenti”.

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