Si fa presto a dire 8 marzo

A Bergamo risiedono 559.000 donne. Di tutte le età, di tante provenienze, scolarizzazioni, ceti sociali e ognuna con le proprie aspirazioni. Domenica prossima, ognuna di loro a suo modo celebrerà la giornata della donna, istituita da decenni per combattere, cercare di farlo, almeno, le difficoltà che nascono dalle disparità di trattamento relativo al genere di un essere umano.

“Possiamo dire che ad oggi tanta è la strada fatta, ma senza alcun dubbio è ancora molta quella da percorrere. Oggi, sempre più, quella che siamo soliti chiamare “questione di genere” va analizzata in chiave “culturale” e proprio per questo richiede tempi lunghi e grandi energie collettive”. Gabriella Tancredi, segretaria provinciale del sindacato Cisl Bergamo analizza la “condizione femminile” alla vigilia della Giornata internazionale della Donna, usando alcuni dati raccolti dall’organizzazione.

L’Eurostat ci ricorda, alla vigilia dell’8 marzo che in Italia la disparità economica tra uomo e donna – se relativa agli stipendi erogati – è del 45%. Parliamo di valori medi, calcolati su tutti i cittadini, quindi il dato tiene conto anche delle tantissime donne che in Italia non lavorano. Proprio la loro presenza allarga il fossato. e per la prima volta ci consoliamo con il fatto che in Europa non va meglio, ma negli Stati del Nord ad abbassare i guadagni al femminile è la forte diffusione del part time.. A Bergamo la situazione non cambia. E la FNP provinciale ci ricorda anche che le pensioni medie si attestano intorno ai 1300 € lordi per gli uomini e 670 per le donne.

La distanza tra i generi in campo economico – sociale è ancora lontana da trovare una soluzione : 45 sindaci donna su 250 comuni; nessuna presidente di comunità montana. Nelle associazioni di categoria, se possibile sono ancora meno. Nei sindacati, nelle posizioni “politiche”, 10 donne occupano posti in segreteria generale (1 in CISL) o sono segretari generali di categorie (0 in CISL) su 54 posti disponibili; diversa la situazione nei “servizi”, dove la presenza femminile diventa preponderante.  In politica la situazione non migliora. Due parlamentari elette e due consigliere regionali, con pattuglie di decine di uomini.

Negli Enti pubblici della provincia c’è una sola dirigente donna. Nel mondo del lavoro la situazione è da tempo cristallizzata: nell’ultima ricerca compiuta dalla Provincia solo l’1,2 per cento delle donne lavoratrici bergamasche è un quadro, e addirittura solo lo 0,1 per cento ha raggiunto la qualifica di dirigente. Il 41,3% delle donne ha una qualifica generica, il 27,9% è qualificato, il 20,2% è impiegata, il 4,1% è specializzato. Di pari opportunità in azienda si parla molto, ma i fatti sono un’altra cosa. Gli occupati maschi sono 263.000 (il 70% del totale), le donne 184 mila (51); la disoccupazione femminile è dell’8,2 %, quella maschile del 6,8.

“Le donne – continua Tancredi – sono presenti, in alcuni settori anche in maniera preponderante rispetto alla presenza maschile, ma non arrivano ancora ad occupare posizioni di rilievo politico-gestionale nello stesso numero o anche solo appena sotto quello della presenza maschile. Perché? Senza dubbio perché la società tutta non è organizzata sulle esigenze delle Donne (e di tutti gli uomini che fanno le stesse cose) che si occupano di più ambiti, tutti importanti contemporaneamente (lavoro e famiglia, ad esempio). Un esempio su tutti: nella nostra società i tempi di lavoro, di cura, dei servizi (come per i mezzi di trasporto pubblico ma non solo), degli uffici pubblici, delle scuole di ogni ordine e grado non sono spesso fra loro compatibili e costringono tutti a destreggiarsi fra mille ostacoli per riuscire ad utilizzarli.

Questo è ancora più pressante per le donne, che si occupano di differenti realtà e ambiti ( la famiglia propria, quella di provenienza, il lavoro, gli interessi e le necessità dei figli ed i propri…). Questo succede anche nel sindacato, dove, ad esempio, i tempi delle attività (pensiamo alle riunioni di apparato che si svolgono sempre per tutta la giornata e si chiudono ben oltre le ore pomeridiane) spesso non tengono conto delle esigenze di chi, appunto, non è impegnato solo nell’attività sindacale, ma ha un ruolo importante di cura anche nella propria famiglia.

E succede che, nonostante le importanti modifiche statutarie, che prevedono le cosiddette “quote rosa”, le donne non riescono ad impegnarsi come vorrebbero in quella complessa attività che è l’attività sindacale. E di fronte a queste difficoltà, che si sommano a quelle proprie dell’attività stessa, decidono di scegliere di dedicarsi solo ai ruoli che storicamente caratterizzano il mondo che gli è proprio. Il problema è certamente molto complesso, così come la sua soluzione.  Ma averlo ben chiaro davanti ai nostri occhi, proprio nella sua complessità, lo rende affrontabile e soprattutto pensarlo come un problema di tutti e non solo del genere femminile rappresenta già un radicale passo avanti rispetto al passato”.


La mostra alla Cisl Bergamo

“Dall’8 marzo in poi…la maternità nell’arte”. Un allestimento all’interno della sede CISL di via Carnovali con pannelli e fotografie che illustreranno il tema della maternità nel mondo e la legislazione che la regola in Italia. Lo ha deciso il Coordinamento Donne della CISL di Bergamo per celebrare la Giornata internazionale della donna, ricorrenza istituita per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo.

Da venerdì 6 a lunedì 9 marzo, quindi, sarà possibile realizzare un viaggio nel mondo (con le fotografie che illustrano attesa e maternità nei vari angoli del pianeta) e nel tempo (dalla legge 1204/1971 al Jobs Act) capace di consegnare immagini e emozioni assolutamente in linea con lo spirito delle celebrazioni. Per l’occasione, inoltre, il coordinamento Donne della CISL di Bergamo consegnerà il primo versamento (oltre 5000 €) del Progetto Parrucche, all’associazione “Cancro Primo Aiuto Onlus”.

L’associazione ha infatti dato vita a un progetto di solidarietà sociale a favore delle donne che, per contrastare il cancro, sono sottoposte a trattamenti chemioterapici, con conseguente calvizie, e non possono permettersi l’acquisto di una parrucca di buona fattura, che le aiuti a riconquistare un’immagine di sé positiva per affrontare con speranza e normalità la loro quotidianità e le relazioni sociali.

Il coordinamento Donne – ricorda Gabriella Tancredi, segretaria provinciale – ha condiviso il progetto e attivata una raccolta fondi all’interno della struttura. La CISL ha voluto intitolare questa iniziativa alla memoria di Maria Teresa Gritti, collega e amica, la cui vita è stata spezzata da questa terribile malattia. Il progetto ha ottenuto una buona adesione, sia da parte delle categorie che di singoli lavoratori. Sono stati raccolti più 5.000€, con i quali sarà possibile finanziare la produzione di un buon numero di parrucche”.

Le immagini esposte

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