A Bergamo si chiude il primo percorso “Paideia”

L’unico posto dove il successo viene prima del sudore, è il vocabolario. Se per caso avviene fuori dal vocabolario, vuol dire che qualche diritto si è perso per strada”. Così, Monsignor Giulio della Vite, della Diocesi di Bergamo ha in qualche modo “salutato” il conseguimento dell’attestato a una ventina di ragazzi che hanno seguito il corso di Formazione dei diritti dell’uomo “Paideia”, promosso dalla Cattedra Unesco dell’Università degli Studi di Bergamo in collaborazione con Cisl e Cdal (Consulta Diocesana delle Associazioni Laicali).

Si è infatti concluso venerdì 6 giugno 2014 il percorso che ha visto la partecipazione iniziale di oltre 30 iscritti, provenienti dalle organizzazioni della Consulta, da Cisl, Acli, Caritas, Centro missionario diocesano, Patronato San Vincenzo; operatori  del  sociale  che  dallo  scorso settembre hanno partecipato, con cadenza mensile, a dieci giornate di formazione sulla tutela giuridica dei diritti, la cooperazione internazionale, l’educazione, l’occupazione, le migrazioni, l’economia, la povertà e la democrazia.

Un’iniziativa assolutamente importante e utile per le organizzazioni da cui questi ragazzi provengono – hanno sottolineato Rosa Gelsomino, presidente della Consulta, e Ferdinando Piccinini, segretario generale della CISL di Bergamo, che  hanno partecipato alla cerimonia di chiusura – , e che ci aspettiamo produca anche al nostro interno frutti che la gioventù e l’entusiasmo dei nostri ragazzi saranno in grado di riportarci, per ripartire anche alla conquista di territori e ragionamenti nuovi”.

 Il percorso, coordinato dalla professoressa Stefania Gandolfi, della Cattedra Unesco dell’Università di Bergamo ha accompagnato i ragazzi allo studio di casi legati alla  loro  esperienza  sul  campo. Le lezioni sono state affidate ai docenti  della  Cattedra  Unesco,  a  rappresentanti del mondo associativo, sindacale ed ecclesiale. Uno dei momenti maggiormente  significativi  del  corso   è  stata  la  tre  giorni  alle Nazioni Unite di Ginevra. Durante il soggiorno in Svizzera i corsisti hanno visto come lavora l’Alto commissariato ai diritti dell’uomo,  come  le  diverse  nazioni  si  misurano  su  questi  temi  e  con quali ricadute sociali . 

Gli organizzatori stanno già pensando alla riproposizione per il prossimo anno dell’iniziativa, confidando di poter assegnare agli stessi “diplomati” di quest’anno compiti educativi per i nuovi corsisti.

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