Le tutele vanno rafforzate

In un momento in cui anche la nostra Provincia soffre la mancanza di lavoro, e nel solo mese di dicembre si sono registrati più di mille licenziamenti, il sindacato della Fim Cisl Bergamo torna a richiamare l’attenzione della Politica sulla necessità di misure anticicliche che possano invertire questo tragico scenario e rilanciare il tessuto economico e industriale dell’intero Paese.

Non sarà di certo l’ennesima riforma del lavoro, da sola, a risollevarne le sorti dal punto di vista occupazionale”,– dice Luca Nieri, segretario Generale Fim Cisl Bergamo.

È anche per questo motivo che il sindacato dei metalmeccanici della Cisl non considera chiusa la partita del Jobs Act. “Vogliamo, insieme alla CISL, pigiare sull’acceleratore del confronto con le commissioni parlamentari deputate alla stesura dei primi decreti attuativi, affinché si possa porre rimedio ad alcune parti che non vanno assolutamente nella direzione auspicata.

Ci riferiamo in particolare ai licenziamenti individuali per motivi disciplinari in cui riteniamo necessario, oltre che giusto, difendere la proporzionalità tra infrazione e sanzione, principio basilare che, se scavalcato, rischia di produrre profonde ingiustizie: per questo sarebbe opportuno ristabilire il primato del Contratto Nazionale nel classificare la gravità delle mancanze dei lavoratori. In secondo luogo, vogliamo ribadire la centralità della contrattazione in tema di licenziamenti collettivi, ripristinandone il diritto al reintegro ed evitando la scorciatoia del risarcimento economico. Anche sul fronte degli appalti va previsto il mantenimento delle tutele in essere, al momento del passaggio, per i lavoratori coinvolti”. 

La Fim Cisl Bergamo ritiene che la stesura dei decreti attuativi debba essere “un momento per ristabilire equità e che quindi vadano evitate pericolose e inopportune distorsioni. Gli interventi della Cisl, concentrata e attenta al merito delle questioni, ha consentito di evitare derive nella legge delega a partire, per esempio, dallo stralcio del cosiddetto opting out, respinto dalle barricate cisline, che avrebbe posto il lavoratore in condizioni di subalternità totale alla volontà  dell’impresa. Ora è il momento di allargare gli orizzonti, di ridurre le tipologie contrattuali portatrici di precarietà e di convenienze al ribasso per le aziende, di allargare gli ammortizzatori sociali a tutti e di puntare, decisi, sulle politiche attive e sulla ricollocazione dei lavoratori per dare a tutti una possibilità di un futuro migliore. La FIM sarà in campo, con la CISL, per evitare che le derive politiche e ideologiche, di qualsivoglia provenienza, portino il Paese al punto di non ritorno”.

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