Pensioni a Bergamo: arriva la “Fornero”

Il rapporto annuale dell’Inps fotografa la tensione dei conti dell’Istituto previdenziale, che comunque, con il commissario bergamasco Vittorio Conti, spiega che “non è a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico”, insieme alle difficoltà economiche che vivono molte persone ritirate dal lavoro. Dal rapporto annuale INPS emerge che l’anno scorso, il 43% dei pensionati, ovvero 6,8 milioni di persone, ha ricevuto uno o più assegni per un importo totale medio mensile “inferiore a 1.000 euro lordi. Tra questi, il 13,4%, cioè 2,1 milioni di persone, si situa al di sotto di 500 euro”. A livello nazionale, il 2013 segna un crollo delle pensioni liquidate, anche a seguito della stretta prevista dalla riforma Fornero. Ciò a causa “dell’elevazione del requisito di anzianità contributiva” e “dell’innalzamento dell’età pensionabile”, spiega Conti.

A Bergamo la situazione non si discosta: quest’anno saranno staccati circa 300 assegni in meno rispetto allo scorso anno. Cala così il numero delle pensioni erogate a Bergamo, tra città e provincia, ma non cala il “gap” economico tra gli assegni al maschile e quelli al femminile. In città, infatti, l’importo medio mensile per le pensioni (calcolando sia vecchiaia che anzianità, invalidità, superstite, assegni sociali, ecc…) è di 1508 € per gli uomini e di 705 per le donne. Non va meglio in provincia, dove la media è di 1321.45 per i maschi e 654.98 per le signore. Più o meno sempre la metà.

In termini assoluti, in tutta la provincia, l’INPS eroga 317.564 trattamenti, di cui 197.805 pensioni di vecchiaia e anzianità, 66.284 assegni “al superstite” e 36988 invalidità civili. Vengono “staccati” 209.279 assegni mediamente sotto i mille euro, e tra questi 56.117 sotto i 600.

È  chiaro – sottolinea Roberto Corona, segretario Fnp Cisl Bergamo della sezione di Bergamo città – che stiamo andando verso un contenimento dei nuovi pensionandi, dove l’inserimento arriverà sempre più tardi e con un numero sempre più contenuto. Nel frattempo la spesa diminuirà,  perché si stanno avvicinando le varie riforme pensionistiche, compresa la “Fornero”, che ora stiamo avvertendo con il prolungamento dell’andata in pensione dei lavoratori ed in seguito “pagheremo” per il contenimento della spesa economica.

Si sta arrivando, piano piano, alla curva di assestamento o meglio di discesa della spesa pensionistica, per la quale confidiamo in qualche revisione, se non addirittura nella possibilità di migliorare il sistema pensionistico. Vorrei qui rimarcare la nostra posizione – conclude Corona -, e cioè che a pagare, in un sistema solidaristico quale è quello pensionistico, siano quelli che percepiscono le cosiddette pensioni d’oro e  i grandi manager dello Stato, come a suo tempo la FNP CISL della città aveva richiesto, ottenendo anche l’assenso di Comune e Provincia di Bergamo nella campagna avviata lo scorso anno”.

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