Percorso di formazione su linguaggio, quote rosa e politica di qualità

Percorso di formazione su linguaggio, quote rosa e politica di qualità

Il Coordinamento delle politiche di genere della CISL di Bergamo ha deciso di iniziare un percorso formativo che affronti sotto i più diversi aspetti la questione delle disparità nel mondo del lavoro, “ … andando a toccare tematiche difficili da trattare in quanto spinose e radicate nella nostra società da secoli di cultura patriarcale ma non per questo impossibili da smantellare”. Così, Monica Olivari presenta il corso “Parità di genere: linguaggio – quote rosa – politica di qualità” che, con la giornata di oggi 20 giugno apre una serie di incontri formativi per le componenti del Coordinamento.

L’occupazione cresce in Italia, ma il divario di genere non cambia: su 334.000 occupati in più registrati in un anno (dicembre 2021 vs 2022), 296.000 sono uomini (oltre l’88%) e solo 38.000 donne, dato tra i peggiori d’Europa. Anche l’ultimo report della Provincia ha testimoniato che l’unico settore nel quale le donne crescono è nei  contratti a tempo parziale.

Viene, quindi, naturale pensare che la parità di genere nel mondo del lavoro in Italia e in provincia di Bergamo sia più lontana di quanto ci si possa auspicare. Purtroppo capita spesso di vedere donne rassegnare le dimissioni volontarie dal luogo di lavoro perché vittime di discriminazione, mobbing e nel peggiore dei casi anche violenzacontinua Olivari -. Alcune ( le più “fortunate”) lasciano il luogo di lavoro per ricollocarsi altrove, altre lasciano per andare in naspi, in quanto neo mamme con figli sotto l’anno di età, altre ancora si dimettono senza avere un opzione B. Ciò avviene anche perché chi si trova ad affrontare queste condizioni non sa a chi rivolgersi, è importante quindi che si sappia che nel Sindacato si può trovare il supporto necessario per affrontare il problema senza dover abbandonare il posto di lavoro”.

È proprio in quest’ottica che il Coordinamento delle politiche di genere della CISL Bergamo ha avviato il percorso formativo. Uno dei temi più importanti che si affronteranno, e l’oggetto della prima “lezione”, sarà quello della comunicazione e del linguaggio.

Quello che diciamo e come lo diciamo influenza la nostra vita e la vita di chi ci sta intorno pertanto è fondamentale imparare a comunicare e a usare i termini corretti al lavoro, a scuola, con gli amici, sui mezzi di stampa e nel mondo social”, ha detto nel suo intervento all’incontro di oggi Anna Lorenzetti, professoressa in Diritto Costituzionale dell’Università di Bergamo, nonché componente dell’Osservatorio Permanente sulla violenza di genere attivo presso il Ministero della Giustizia. “La lingua italiana non conosce il termine neutro, e spesso, soprattutto nelle professioni, è invalso l’uso maschile a prescindere dal genere che occupa la posizione. È un retaggio culturale difficile da scalzare e specchio di un atteggiamento ‘sospettoso’ nei confronti della donna. E spesso, le donne per prime evitano di femminilizzare il nome del proprio ruolo”.

La ricercatrice Piera Bello ha invece affrontato le tematiche legate alla partecipazione delle donne in ambito lavorativo e politico in quanto “ … il coinvolgimento femminile in ruoli decisionali in entrambi questi settori rispetto soprattutto alla media Europea è ancora troppo ridotto”.

L’avvio di questo percorso formativo  – conclude Olivaridimostra come la CISL abbia ben chiaro che gli obiettivi sono alti e che la strada per raggiungerli è ancora lunga ed in salita”. “Siamo però convintile fa eco Francesco Corna, segretario generale del sindacato di via Carnovaliche se si raggiungesse l’obiettivo della parità di genere ne beneficerebbe l’intera società, in quanto una distribuzione del lavoro e quindi del reddito che non discrimini le persone fa crescere, sviluppa, migliora la qualità della vita del singolo individuo e di conseguenza della collettività”.

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