La crisi e il lavoro a Bergamo

La crisi e il lavoro a Bergamo

Pensare che da una crisi come quella che stiamo affrontando, e che naturalmente aumenterà nei prossimi mesi, si possa uscire lavorando alcune settimane ad agosto significa che non volere affrontare in anticipo i problemi, ma solo aspettare che la tempesta passi con i relativi danni che può causare. Sicuramente qualche situazione si sistemerà da sé: penso al settore dei servizi e del turismo che, con la ripresa dei movimenti delle persone, per viaggi di lavoro o per vacanza, troverà condizioni utili a migliorare.

Intanto, si punta a resistere, in una fase così delicata. Non dimentichiamo però che la nostra provincia, con una forte presenza manifatturiera, ha l’esigenza e l’obbligo di pensare al futuro di un settore così strategico, seppur con modalità e attenzioni che non possono guardare al passato. L’innovazione e la flessibilità sono condizioni che non possiamo tralasciare, in particolare in questo momento storico che ci obbliga a riformare e mettere nelle condizioni i lavoratori meno professionalizzati a rimanere in un mercato del lavoro sempre più esigente. In tal senso, il protocollo territoriale su “Nuove tecnologie, Organizzazione del lavoro e accrescimento professionale”, sottoscritto a giugno 2019 da Confindustria e CGIL CISL UIL di Bergamo, anticipatore dei tempi, va praticato in tutta la sua importanza. Lo si pratica mettendo al centro le buoni prassi già intraprese in alcune aziende bergamasche, incentivando la diffusione di nuovi mansionari aziendali, nel rispetto della legge e dei singoli CCNL, utili a favorire percorsi che riconoscano l’avvenuta acquisizione da parte del lavoratori di nuove competenze.

Le aziende più attente e più lungimiranti, in un momento come l’attuale, cercano di investire in nuove tecnologia e formazione, anticipando in alcuni casi percorsi già pianificati. Pertanto, diventa urgente affiancare ai necessari ammortizzatori sociali, che servono a tutelare le persone e il loro reddito, scelte di politiche attive del lavoro e importanti stanziamenti per la formazione, per far crescere nuove professionalità al passo con i tempi. Pensare di gestire il momento con politiche solo assistenziali serve a tutelare quei lavoratori più in difficoltà sotto il profilo professionale e che hanno necessità di essere accompagnati, ma, se non si pensa a medio-lungo termine, il problema si riproporrà con ancora più forza.

Per il mondo del lavoro le future scelte politiche (auspicando che siano condivise con le parti sociali) non possono tralasciare aspetti così importanti, e pensare che il lavoro stabile e meno precario lo si possa favorire solo introducendo per legge le causali nei rinnovi dei contratti a termine. In tal senso diviene essenziale rimandare ai singoli contratti nazionali la regolazione e la loro introduzione, in quanto ogni settore ha specificità alle quali rispondere e che la legge da sola non può cogliere. Il lavoro sicuro, in particolare per le giovani generazioni, lo si crea con la possibilità che gli stessi si sentano spendibili in un mercato del lavoro dove la professionalità sarà sempre più elemento centrale e vitale. Per loro dobbiamo impegnarci, perché abbiano tutele al passo con i tempi, capaci di coniugare il buono del passato e di vincere le sfide del futuro.

(Danilo Mazzola, Segretario Cisl Bergamo)


Il comunicato stampa

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