I lavoratori del commercio e del terziario vittime delle casse non pagate

Pur considerando la ripresa di molte attività economiche, potrebbe essere devastante il calo del numero di occupati nel terziario, turismo e dei servizi nella nostra provincia. Già oggi è evidente che i rami del turismo insieme a quello del terziario sono i settori a subire le maggiori ripercussioni della crisi sanitaria ed economica. Tra commercio, servizi, terziario avanzato e turismo – affermano i Segretari Generali Mario Colleoni (Filcams Cgil Bergamo), Alberto Citerio (Fisacat Cisl Bergamo) e Michele Tamburelli (Uiltucs Bergamo) – sono ben più di 100.000 a Bergamo i lavoratori in forza, 54.000 dei quali nel solo commercio. Del totale, più del 70% si trova o ha fatto Cassa integrazione o FIS (Fondo d’Integrazione Salariale), cioè oltre 70mila persone”.

Sono ben più di 3.000 le domande di cassa e FIS presentate in questi settori. Si tratta di persone che in molti casi si trovano in una situazione di stallo da marzo e che ad oggi non hanno ancora ricevuto il pagamento dell’ammortizzatore sociale. Sono lavoratrici e lavoratori che negli ultimi mesi non hanno percepito nessuno stipendio per via dell’emergenza: dalla ristorazione, a mense e scuole,  nei settori alberghieri, nel commercio, nelle pulizie e nella vigilanza, dove le paghe sono spesso da fame e dove oggi le persone vivono una fase di incertezza e paura dovuta non solo ai ritardi nei pagamenti ma anche al timore di rimanere senza un lavoro.

E’ necessario intervenire subito affermano i sindacalisti. Un ritardo che riguarda soprattutto la concessione della cassa in deroga: “Continuiamo a ricevere numerose segnalazioni di lavoratori che non hanno ancora ricevuto i soldi della cassa. Basta parole a vuoto, basta rimpalli di responsabilità, la situazione anche a Bergamo rischia di essere drammatica. È necessario  risolvere il problema e per farlo è vitale che le istituzioni, a partire dalla Regione affrontino con serietà il problema e non in modo strumentale”.

È  necessario concludono Colleoni, Citerio e Tamburelli –  che si lavori affinché nessuno resti solo. E’ necessario liberare risorse importanti per aiutare lo sviluppo e sostenere il reddito dei lavoratori e le attività delle imprese, associando alle scelte utili ad affrontare l’emergenza attuale una visione lungimirante che consenta di rendere perenne questa condizione”.

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