Intervista a Francesco Corna. “Ora è urgente sostenere la ripresa”

Intervista a Francesco Corna

Dal punto di vista politico la situazione europea deve preoccuparci, poiché si sta indebolendo il continente con il miglior stato sociale al mondo, la miglior protezione sociale, la migliore tutela dell’ambiente, le migliori norme anti discriminazione. Servirebbe un’Europa più forte per contrastare il liberismo sfrenato, ma si va nella direzione opposta, e questo a mio avviso non favorirà lavoratori e lavoratrici italiani“. L’analisi sul 2019 che ci stiamo lasciando alle spalle operata da Francesco Corna, segretario generale della Cisl Bergamo, oltre 123.000 lavoratori e pensionati iscritti, inizia dalla visione comunitaria e approda a quella locale: “A livello nazionale – spiega il segretario – il governo è caratterizzato da un clima da campagna elettorale permanente. Abbiamo 57 miliardi di opere ferme già finanziate, che se sbloccate creerebbero circa 400.000 posti di lavoro e migliorerebbero l’intero sistema nazionale“.

E a livello provinciale invece?
A livello locale la politica si è dimostrata più efficace: riscontro una buona collaborazione tra gli amministratori di Comuni, Provincia e Regione che si relazionano efficacemente con il mondo economico e con le associazioni di rappresentanza.

Ma questo ecosistema si riflette positivamente sulla produzione e sull’occupazione bergamasca?
Dal punto di vista economico la situazione nel 2019 è stata altalenante, con un’occupazione che è quasi tornata ai livelli pre crisi in termini di numero di occupati. L’industria e il manifatturiero rappresentano circa la metà degli occupati e spingono altri settori come i trasporti, i servizi alle imprese, la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Si sono però ridotte le ore lavorative e questo indica un aumento del part time che, in alcuni settori come commercio e servizi, è rappresentativo di un obbligo che si traduce in stipendi bassi che generano a loro volta un pericoloso fenomeno. Non va neppure sottovalutato il fatto che negli ultimi due trimestri abbiamo visto la nostra economia dare qualche segnale di rallentamento: diventa urgente sostenere la ripresa con investimenti pubblici e privati.

Che cosa sta accadendo al commercio? 
Sta affrontando una vera rivoluzione dovuta alla crisi dei consumi, al commercio on line, alla deregolamentazione delle aperture. In questa fase stanno soffrendo soprattutto i grandi centri commerciali come gli ipermercati.

E l’ambito turistico? Continua ad essere solo complementare? 
Il turismo è una realtà importante, ma può essere incrementato molto, abbiamo un territorio che ha molte bellezze: la città, il lago, le montagne e un settore gastronomico di tutto rispetto. Anche qui però servono infrastrutture migliori: chi arriva nel nostro aeroporto deve potersi collegare velocemente con tutta la provincia e deve potersi collegare con treni veloci in un sistema aeroportuale integrato tra Bergamo e Milano. Queste strutture incrementerebbero sicuramente di molto il flusso turistico verso il nostro territorio.

Dal punto di vista sociale, «tiene» la comunità o anche voi percepite il bisogno «dell’uomo forte» come evidenziato dalla recente ricerca del Censis? 
La società bergamasca è una società prevalentemente operosa e solidale, ma è impaurita, segnata dalla crisi economica che ha sfiduciato la classe politica perché giudicata litigiosa e non in grado di risolvere i problemi. È una società che ha bisogno di una guida che le indichi la strada, a differenza che nel passato quando si chiedeva alla politica di stare in disparte e ci si illudeva che economia e finanza avrebbero risolto i problemi delle persone. Il filosofo Nietzsche diceva “quando la società diventa gregge ha bisogno dell’animale capo”. Noi invece cerchiamo persone capaci e oneste che si occupino della cosa pubblica. Ma tutti noi dobbiamo partecipare di più, altrimenti, se continuiamo a delegare, la politica non migliorerà.

Proprio mentre il sindacato ritrova l’unitarietà, a Bergamo sembra perdere voce: la vicenda della Camera di Commercio sembra emblematica in questo senso… 
La nostra assenza in giunta sarebbe un errore politico, per la storia di collaborazione e di rappresentanze che, in passato, ha contraddistinto il nostro territorio e per la prospettiva che si profila di un lavoro sempre più partecipativo, da parte dei lavoratori nelle aziende, come vera condizione per stare al passo con i tempi e generare nuovo sviluppo e benessere per tutti. È vero che la Camera è l’organismo che registra le aziende ma, ricordo, che dei 470.000 lavoratori che generano ricchezza nella nostra provincia, 90 mila sono lavoratori autonomi e 380 mila sono lavoratori dipendenti.

In una società liquida è inevitabile che anche il lavoro lo sia? 
Il lavoro deve tornare ad essere un fattore umano e non una voce di bilancio, non è costo del lavoro ma valore del lavoro, che non è esclusivamente reddito ma è partecipazione, relazione, formazione, crescita personale. Quindi la deriva si deve arginare perché il lavoro deve servire alle persone e non il contrario.

E il 2020? 
Io sono ottimista. La riscoperta della tutela dell’ambiente è un fatto estremamente positivo, penso che sia una grande opportunità di sviluppo economico: siamo un paese avanzato nel risparmio energetico e nel riciclaggio dei materiali. Queste nostre capacità le dobbiamo incrementare ed esportare nel mondo, per il benessere del nostro territorio e dell’intero pianeta. La nostra provincia sta investendo nella giusta direzione con l’alternanza scuola lavoro e le iniziative come “Bergamo Scienza” orientano il nostro sistema produttivo verso un’economia sostenibile, tecnologica e pulita che abbia come orizzonte strategico la centralità della persona umana.


Intervista di Giuseppe Arrighetti pubblicata su L’Eco di Bergamo  del 28/12/2019

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