Al Policlinico S. Pietro si “muore” dal caldo. Condizionatori fuori uso

Al Policlinico S. Pietro si muore dal caldo

Mentre l’Ats raccomanda a malati e anziani di non esporsi al caldo, al Policlinico San Pietro si “muore” dal caldo. Con la canicola di questi giorni che non accenna a placarsi, dall’inizio della settimana l’impianto di condizionamento (che accusa segni di obsolescenza) nei reparti di Medicina Generale e di Day Hospital Oncologico del Policlinico San Pietro NON FUNZIONA tout court. Varie sono state le segnalazioni del personale e della Coordinatrice Infermieristica, presso i competenti uffici interni al Policlinico. Tra sabato e domenica si sono registrati picchi di 41°C nelle camere di degenza situate al quarto piano della struttura ospedaliera. Sono intervenuti chiedendo interventi solleciti anche gli RLS della struttura, anche sabato 30 giugno. Richieste e solleciti caduti nel vuoto, come tutti quelli precedenti. I pazienti ricoverati in questo tipo di degenze sono per la maggior parte anziani, costretti a stare a letto, e sottoposti a chemioterapie per patologie oncologiche. Una sessantina i pazienti che gravitano al quarto piano fra degenza e trattamento ambulatoriale.

Nella serata di domenica, in seguito ai numerosi cambi delle lenzuola dei letti bagnate dal sudore è terminata anche la scorta di biancheria. Il personale fa come meglio può, con quello che ha a disposizione. La situazione è però drammatica e inverosimile. Ormai anche il personale è allo stremo delle forze e della sopportazione. Oltre a non sentirsi ascoltati per alleviare i pazienti, si sentono impotenti davanti a un’azienda che non risponde e non vede una grave situazione che sta degenerando sempre di più. “Come loro rappresentante sindacaleprecisa Caterina Dezio, segretaria Fp Cisl Bergamo mi sento ferita e, allo stesso tempo indignata, per la considerazione e il rispetto che una struttura ospedaliera rinomata sul territorio, come il Policlinico San Pietro che occupa circa 600 figure professionali non mediche, stia “maltrattando”, oltre che i degenti, anche propri dipendenti. Sembra che si vogliano creare le condizioni per lavorare male e sempre peggio, esponendo il personale alle legittime dimostranze dei parenti dei degenti. I parenti e i degenti hanno ragione da vendere, ma si stanno arrabbiando, e stanno colpevolizzando persone che non hanno la possibilità di risolvere il problema. Tutto questo è vergognoso e senza dignità“.

Non si può pensare che un malato o un anziano (magari con la febbre alta) debba stare in una stanza dove la temperatura ambientale è più alta di quella sua corporea. I presidi di buon senso come offrire acqua, cambiare le lenzuola, mettere una garza bagnata, abbassare le tapparelle (sempre che scendano!) poco possono contro un caldo che non fa respirare.  “In una società civile, il malato si rispetta, – continua Dezio – offrendo un luogo di cura confortevole, dove si possa guarire presto e bene. Allo stesso tempo il personale, deve essere esposto a meno rischi possibili, e trovare le condizioni adatte per svolgere al meglio il proprio importante e delicato lavoro di cura e di assistenza“.

La Cisl Funzione Pubblica Bergamo non è più disposta a tollerare un simile trattamento per i degenti e per gli operatori all’interno di questa struttura ospedaliera. “Chiediamo a Ats Bergamo e Regione Lombardia – conclude Dezio – di intensificare i controlli e far si che queste strutture si adeguino nel più breve tempo possibile a offrire un servizio degno di questo nome ai cittadini. Anche gli enti preposti agli accreditamenti con il Servizio Sanitario Regionale e ai controlli di idoneità, ci mettano la faccia così come ce la stanno mettendo gli infermieri e gli operatori sociosanitari del Policlinico San Pietro“. 

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