Le addizionali comunali in Bergamasca paese per paese

A Bergamo, nel 2018 (perciò sui redditi del 2017) i 786.457 contribuenti della provincia hanno versato addizionali regionali per quasi 226 milioni di euro, e addizionali comunali per circa 85 milioni. Quest’anno nella nostra provincia dovrebbe mantenersi la tregua tributaria: solo 9 amministrazioni, infatti, hanno richiesto al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) di innalzare l’aliquota. Si tratta, in effetti, di ritocchi da 0,10 / 0,20 punti percentuali sull’aliquota già in essere. In un solo caso, viene introdotta subito l’addizionale alla sua aliquota massima, e per di più con lo scaglione fisso, e cioè senza alcuna progressività rispetto al reddito.

Rimane quindi, a Bergamo, una situazione tutto sommato immutata rispetto all’anno precedente, con amministrazioni che non riconoscono né esenzioni, né progressività tributaria. In 153 comuni su 243 c’è un solo scaglione e la sua media è di poco inferiore allo 0,60%; solo in 36 paesi non esiste addizionale comunale; in 52 si prevede un’esenzione e solo in 45 l’aliquota è progressiva.

Con molte amministrazioni precisa Roberto Corona, della segreteria Fnp Cisl Bergamoil lavoro di contrattazione sociale svolto dalle categorie dei pensionati ha permesso che le misure fossero prese prestando attenzione alla composizione dei nuclei familiari più che alle necessità di bilancio, e alcuni buoni risultati si vedono già, anche se il cammino da fare nell’ottica di una piena e positiva progressività dei tributi è ancora lunga”.

Negli anni, tra accordi di “bacino” o con singoli comuni, i pensionati di Cgil Cisl Uil bergamaschi hanno stretto centinaia di accordi, riguardanti, oltre che l’applicazione delle aliquote, anche la loro redistribuzione sul territorio sotto forma di servizi o assistenza. Si va dalle fasce per l’ingresso agli asili nido, agli assegni di autonomia per anziani; dal Sad all’Adi, dal segretariato sociale alla consegna pasti a domicilio; dal trasporto al sostegno per le badanti.

Gli assi attorno ai quali ruoteranno le richieste del sindacato  saranno la sollecitazione ai Comuni ad unirsi o associarsi maggiormente nella erogazione delle prestazioni, la previsione di soglie di esenzione e di agevolazioni fiscali omogenee e progressività d’imposta, e la lotta all’evasione fiscale in collaborazione con l’agenzia delle entrate, che potrebbe recuperare risorse da destinare ai servizi sociali in sede locale.

I Piani di zona e nuove e vecchie forme di gestione associata – conclude Corona – possono rimanere una formula efficace per condividere e gestire alcune prestazioni. La tendenza a mettersi insieme, che aveva cominciato a prendere corpo, non può essere messa in discussione dagli interventi di contenimento della spesa e dalla confusione normativa prodotta da tutte queste ‘manovre’”.

Non vogliamo fare una crociata agli aumenti dei tributi localiinterviene Caterina Delasa, segretaria generale Fnp Cisl Bergamo -, anche perché siamo perfettamente consapevoli dell’austerità in cui si dibattono i Comuni, ma auspichiamo che i sindaci che sfruttano la liberalizzazione delle aliquote mettano a punto con noi un pacchetto di esenzioni per mitigare l’impatto sui pensionati. Fnp Cisl Bergamo ha firmato centinaia di accordi in altrettanti Comuni bergamaschi che hanno dato ossigeno alle famiglie a basso reddito e parzialmente messo al riparo il potere di acquisto dei pensionati. Auspichiamo si possa proseguire su questa strada”.

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