Mostra, convegno e film per la ricorrenza del 25 novembre

Mostra, convegno e film per la ricorrenza del 25 novembre

Forza Fragile (lo sportello anti-discriminazioni della Fisascat Cisl Bergamo) compie un anno. In occasione del 25 novembre (giornata contro la violenza sulle donne) si traccia un bilancio della sua attività (anche di sensibilizzazione culturale) attraverso una mostra, un incontro formativo e la proiezione di un film nella sede del sindacato di via Carnovali. In 12 mesi sono state oltre un centinaio le telefonate e le informazioni richieste agli operatori dello sportello. FISASCAT e Forza Fragile hanno censito centinaia di casi “sospetti” e raccolto le denunce di 25 donne che in molte situazioni lavorative hanno subito violenze o mobbing; che sono state allontanate perché tormentate da un marito violento; che sono diventate vittima di altre donne, ma in maggioranza “attenzionate” dal dirigente maschio. Per alcuni di questi casi si è aperta una procedura penale, in altri casi la vertenza è rimasta in azienda e si sono ottenuti riconoscimenti economici, quando non l’allontanamento del collega molesto; in un caso l’azione della FISASCAT ha permesso la riassunzione della lavoratrice ingiustamente licenziata. “Gli operatori sindacali e anche le donne che raccontano la loro difficoltà – ha chiarito Alberto Citerio, segretario generale di FISASCAT CISL Bergamo – non sanno riconoscere la discriminazione. Si chiedono se non stiano esagerando. C’è un grande lavoro da fare: il sindacato deve tornare a educare i lavoratori alla dignità, e sulla dignità e il rispetto è necessario essere rigorosi”. 

Sebbene il fenomeno della violenza sia trasversale per genere, sono le lavoratrici ad esserne maggiormente colpite. Nell’introduzione al convegno la segretaria Cisl Bergamo Candida Sonzogni ha evidenziato alcune statistiche allarmanti: “Sono un milione e 173mila le donne che hanno subito molestie o ricatti sul posto di lavoro durante la loro vita lavorativa, pari all’8,5% delle lavoratrici, nonostante l’obbligo da parte dei datori di lavoro di tutelare l’integrità fisica e morale delle/dei dipendenti. Ma solo lo 0,7% delle donne ha denunciato, per paura di perdere il lavoro e la vergogna di essere giudicate dalla società e dai familiari, per mancanza di fiducia nelle forze dell’ordine, perché pensano che sia meglio trovare soluzioni individuali. In tante preferiscono lasciare il lavoro o rinunciare alla carriera. Quella che avviene nei luoghi di lavoro è la forma di violenza in assoluto meno denunciata. La CISL di Bergamo, con le sue categorie, opera  per promuovere nelle aziende la cultura del rispetto e aumentare la consapevolezza dei datori di lavoro, delle lavoratrici, dei lavoratori e dei loro rappresentati”.

La violenza sulle donne purtroppo non accenna a diminuire – ha concluso Francesco Corna, segretario generale CISL di Bergamo. – La violenza nei confronti delle donne, è bene ricordarlo, è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione che comprende tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata. Molto diffusi i ricatti sessuali sul lavoro, anche se in larga misura sommersi. Uomini che chiedono prestazioni sessuali in cambio di un posto di lavoro o di un avanzamento di carriera, usando il potere e sfruttando la vulnerabilità di chi cerca un impiego o una promozione”. Dopo i saluti istituzionali affidati a Angela Alberti (Coordinamento Donne Cisl Lombardia), Isabel Perletti (Consigliera di Parità provincia di Bergamo)
e Caterina Delasa (Segretaria FNP Bergamo-Sebino), particolarmente apprezzate sono state le relazioni di Tiziana Vettor (Università degli Studi di Milano Bicocca) sulle “Nozioni e strumenti di contrasto delle discriminazioni, delle molestie e del mobbing” e di Cinzia Frascheri (Responsabile Nazionale Cisl Salute e Sicurezza sul Lavoro) intorno al “Lavorare in sicurezza: molestie e violenze nei luoghi di lavoro: cosa può fare la contrattazione”. 

CGIL CISL UIL e CONFINDUSTRIA nel 2016 hanno sottoscritto un Accordo Quadro Europeo contro le molestie e la violenza nei luoghi di lavoro, per promuovere nelle aziende la cultura del rispetto e aumentare la consapevolezza dei datori di lavoro, delle lavoratrici, dei lavoratori e dei loro rappresentati. “Sono già diverse nel territorio le declinazioni di questo accordo tra sindacati, aziende, enti pubblici, che lo hanno individuato come terreno di contrattazione, e che sarà importante estendere ulteriormente, rafforzare, implementare, per renderlo maggiormente efficace. Importante  – conclude Corna – sarà far passare l’idea che dal lavoro discende  la dignità della persona e la sua libertà, anche quella di poter denunciare senza la paura di perdere il posto”.

Per la Fisascat che rappresenta il numero maggiore di donne nel mercato del lavoro esiste una questione femminile aperta nel mondo del lavoro: basse qualifiche, part time, orari flessibili, problemi di conciliazione, minori tutele previdenziali contribuiscono a creare una sempre maggiore fragilità della donna nei settori dell’economia e dell’occupazione. La vulnerabilità diventa quindi ricattabilità. Il settore terziario (commercio, turismo e pulizie) è rappresentato per circa il 75% da occupazione femminile: diventa il 90% se si contano solo i livelli contrattuali più bassi; il 50 tra le qualifiche intermedie e meno del 10% nei posti apicali. E’ in questa situazione che si sviluppano le condizioni per reazioni di violenza, mobbing e soprusi: il 9% delle donne italiane hanno subito atteggiamenti molesti, ricatti e molestie sessuali, spesso difficilmente individuabili come tali. Infatti, una errata interpretazione culturale fa passare “in cavalleria” molti degli atteggiamenti distorti, che si ripercuotono sulla serenità e sul benessere di tantissime lavoratrici.

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