Rapporto Ocsel: a Bergamo l’8% degli accordi

Sono poco meno di 200 gli accordi aziendali firmati in provincia di Bergamo dalla CISL nel corso del 2016, per oltre 15000 lavoratori. La presentazione del dossier OCSEL (osservatorio CISL degli accordi territoriali) avvenuta il 13 giugno a Roma ha confermato come la contrattazione decentrata superi la crisi.

A Bergamo 192 contratti aziendali o territoriali

Secondo l’analisi del gruppo di studio nazionale, dove figura il bergamasco”Roberto Benaglia, “rispetto al biennio precedente si registra una netta inversione di tendenza nel peso degli istituti contrattuali al centro delle trattative. Gli accordi per crisi o ristrutturazione che prima riguardavano ben il 62% dei contratti – e il dato rispecchia anche il panorama provinciale – scendono ora al 37%, mentre la contrattazione del salario sale dal 23% al 43% degli accordi, quella del welfare dal 10% al 20%, quella dell’orario dal 12% al 19%”. I numero orobici parlano, nel dettaglio, di 192 contratti aziendali o territoriali, per oltre 15.000 lavoratori, firmati dalle categorie della CISL nel corso del 2016 in provincia, contro i 130 del 2015 e i 62 del 2013.

Contrattazione: motore prevalente dell’attività sindacale

Il secondo livello vede il territorio di Bergamo protagonistadice Giacomo Meloni, segretario del sindacato Cisl Bergamo. Un’evidenza che deve essere da sprone per tutti nel rafforzare maggiormente gli spazi contrattuali nelle aziende, cogliendo anche l’opportunità di una seppur tiepida ripresa economica e della detassazione al 10% del Premio di Risultato oltre alla possibilità per il lavoratore di optare per azioni di welfare (completamente detassate) anziché per il salario. Anche sotto i duri colpi della crisi, dunque, la contrattazione non ha mai smesso di svolgere il proprio compito e di costituire il principale regolatore dei rapporti di lavoro e delle loro condizioni nelle aziende.

Salario e welfare ai primi posti

Sui temi trattati nella contrattazione aziendale , il posto di rilievo lo mantiene comunque il salario, mentre al secondo posto si colloca il welfare in tutte le sue forme, compreso la Previdenza complementare e i Fondi sanitari. Nella graduatoria dei contenuti principali trattati nei rinnovi contrattuali, seguono poi, la sicurezza e l’ambiente, l’orario di lavoro e le relazioni sindacali, la formazione e formazione continua, e la stabilizzazione dei lavoratori precari. In sostanza, secondo il rapporto OCSEL nazionale, la contrattazione decentrata torna ad occuparsi dei capitoli fondamentali del rapporto di lavoro, anche con contenuti sempre più innovativi.

Penalizzati i lavoratori discontinui

Dall’osservatorio appare che solo il 28% dei tempi determinato e il 18% dei somministrati è esplicitamente destinatario degli aumenti di premi variabili annui. I settori più coperti dalla contrattazione nell’osservatorio sono il commercio (19% del totale accordi), il metalmeccanico (16%), il chimico (15%), l’edilizia (14%), le aziende di servizi e terziarie (10%) e il tessile (7%), a dimostrazione che la contrattazione di secondo livello ormai segue l’evoluzione dell’economia verso il terziario e non rimane confinata nel manifatturiero. Per quanto riguarda la distribuzione geografica mentre il 32% degli accordi registrati sono relativi a gruppi presenti in più regioni del territorio, un altro 48% riguarda aziende del Nord, il 14% quelle del Centro e solo il 6% il Sud e le isole, a conferma di un certo squilibrio territoriali che vede la contrattazione svilupparsi soprattutto nelle aree maggiormente dinamiche economicamente del paese. Se si misura la sola contrattazione salariale, questa viene svolta per ben il 70% al Nord. 


Terzo rapporto Ocsel sulla contrattazione decentrata: sintesi, testo integrale e slide della presentazione –> http://bit.ly/2tkB3mb

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