Ticket sanitari. Come contestare le richieste di pagamento della Regione

Ticket sanitari

Prosegue in questi giorni la notifica di Regione Lombardia, tramite Ats Bergamo, di irregolarità nelle esenzioni ai ticket sanitari a diversi cittadini. Adiconsum la definisce una vera e propria attività di «recupero crediti», avviata in modo massivo da alcuni anni, in seguito ai controlli sulle autocertificazioni compilate dagli utenti. Sono circa 7.000 le diffide  e oltre 11.000 i verbali che sono state inviati lo scorso anno e che potrebbero replicarsi per gli accertamenti relativi all’anno 2019 che stanno arrivando in questi giorni nelle case dei bergamaschi, indirizzate soprattutto a pensionati e disoccupati che hanno beneficiato dello status di esente dal ticket sanitario, autocertificando condizioni che però, dai controlli, risulterebbero “non veritiere”.

Certo è che queste segnalazioni che giungono dopo 4/5 anni non solo recano un danno economico al cittadino ma, in caso di errata assegnazione, procrastinano la possibilità di un intervento presso ATS per sistemare la propria posizione. I resoconti con esito negativo sono messi a disposizione delle Aziende Sanitarie dal Ministero della Economia e Finanze, avvalendosi di incroci di banche dati di Agenzia delle Entrate, Inps e Ministero del lavoro. Nello specifico, si tratta di verifiche sulle esenzioni con codici E01, E02, E03, E04, E02, E12 che hanno riscontrato incongruenze rispetto ad una o più condizioni attestate: in alcuni casi, ad esempio, il reddito del nucleo familiare risulta superare la soglia prevista, o lo stato dichiarato di disoccupato o di pensionato al minimo non viene rilevato negli archivi Inps.

Si ha tempo trenta giorni dal ricevimento della diffida per presentare argomentazioni e documentazione difensiva, con le modalità riportate nelle lettere stesse. Per orientarsi correttamente, in ogni lettera il cittadino trova riportato il codice di esenzione che ha prodotto un esito negativo al controllo, oltre che una breve sintesi della motivazione. In qualche caso, si hanno più motivazioni concomitanti.

Alcune situazioni paradossali

Si rilevano però, situazioni paradossali, dato che il Codice E04, superando la soglia di reddito pensionistico, darebbe diritto all’esenzione E01 ed E14 (dal 31 marzo 2014), quindi è fondamentale che Regione Lombardia consenta il travaso di queste posizioni nell’esenzione corretta, così come è avvenuto in passato tra E01 ed E05. Del resto, è impensabile far pagare il ticket a chi ha pensioni di 9.000 euro l’anno, quando l’esenzione corretta prevede un reddito nazionale fino a 36.151 euro e regionale fino a 38.500 euro. L’invito a Regione Lombardia è quindi quello di prendere atto di tali situazioni, rendendo uniforme il trattamento tra i vari cittadini, al di là della certificazione errata che risulta agli atti. Siamo in presenza di redditi bassi che superano di poco la soglia prevista dalla esenzione E04, che con il carovita attuale c’è davvero da chiedersi come fanno a sbarcare il lunario. Inoltre, se hanno usufruito di esenzione, evidentemente hanno avuto vari problemi di salute. Proprio per questo riteniamo che Ats dovrebbe permettere il pagamento, se dovuto, in modo rateale, mentre i verbali chiedono il regolamento in un’unica soluzione.

L’invito a Regione Lombardia è quindi quello di prendere atto di tali situazioni, rendendo uniforme il trattamento tra i vari cittadini, al di là della certificazione errata che risulta agli atti. Da quanto ci viene riferito, l’assegnazione dell’esenzione è  avvenuta in modo superficiale e/o in automatico e la colpa non può ricadere solo sull’assistito, perché firma l’autocertificazione: è necessario fornire agli sportelli  indicazioni chiare in modo da evitare errori.

Abbiamo inoltre rilevato molti casi di familiari a carico ai fini dell’esenzione ticket, ma non dichiarati a carico ai fini fiscali, pur non avendo reddito: in questi casi, il cittadino non ha usufruito della detrazione fiscale, quindi ha pagato più tasse del dovuto, eppure gli viene richiesto quanto ottenuto con i ticket. “L’errore spesso sta nella Certificazione unica INPS, precisano da Adiconsumche  ha omesso i familiari a carico, quindi il cittadino che non  aveva nulla da dichiarare non si è accorto e non ha fatto il 730, perdendo il beneficio fiscale. Certo è che siamo di fronte ad una serie di normative complesse da interpretare, figuriamoci per un cittadino che non conosce la materia. Peraltro  ATS non ha ancora evaso le contestazioni inviate dai cittadini relative agli anni fino al 2018“. E’ opportuno un intervento presso Regione Lombardia per chiedere l’annullamento quantomeno della sanzione che raddoppia il ticket.

Come contestare le richieste di pagamento

Per ogni altra indicazione, e per contestare, l’assistito non deve fare altro che seguire le indicazioni riportate nella lettera, sul retro: può contattare gli uffici chiamando i numeri riportati o rivolgersi alle sedi Adiconsum per l’assistenza prima di pagare. Qualora, a seguito di un’accurata istruttoria, le argomentazioni presentate e la documentazione relativa vengono ritenute esaustive e corrette, si archivia il procedimento senza nessun addebito per il cittadino. Se le contestazioni non vengono accolte, e si confermano gli addebiti con adeguate motivazioni, o ancora, se non si paga e non si contesta, il procedimento prosegue come da normativa.

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