Seminario Cisl Bergamo. Il lavoro, competenze e formazione

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“Il lavoro, competenze e formazione”. Questo il titolo del seminario che CISL Bergamo organizza per venerdì 26 gennaio, presso il salone Riformisti della sede di via Carnovali, a partire dalle 9,30. Si confronteranno, con Francesco Corna e Danilo Mazzola, segretario generale e membro della segreteria provinciale della CISL, Francesco Seghezzi, presidente di Adapt; Paolo Rota, vice presidente di Confindustria Bergamo;  Maurizio Betelli,  direttore di ABF Bergamo;  don Marco Perrucchini,  direttore del Patronato San Vincenzo; e Enzo Mesagna,  segretario regionale Cisl Lombardia.

I grandi cambiamenti che stanno interessando  la manifattura e il territorio  bergamaschi sono stati lo spunto che ha portato alla organizzazione dell’incontro. “Per la CISL la formazione è sempre stata condizione determinante per far si che chi entra oggi nel mercato del lavoro sia nella possibilità di esprimere al meglio le proprie attitudini, ma soprattutto comprenda al meglio quelle che sono le competenze richieste-, dice infatti Mazzola, che introdurrà il dibattito. Pertanto sempre di più l’orientamento scolastico è una necessità che deve vivere in sintonia con l’economia del territorio”. 

Quali competenze legate all’innovazione digitale e tecnologica occorre mettere in campo nei processi produttivi del mercato del lavoro bergamasco. Questa il problema che CISL Bergamo pone alle parti in causa nella “vertenza” sul futuro della manifattura orobica.

Sempre di più la digitalizzazione e la robotica sono realtà comuni in tutte le aziende e da qualche mese siamo in compagnia della tanto temuta e amata intelligenza artificiale. Innovazioni che stanno spingendo tantissime aziende a investire in modo importante, per rimanere al passo con i cambiamenti e con le esigenze di un mercato in forte evoluzione sotto il profilo tecnologico e qualitativo”.

Nel settore dell’automotive, le 1552 imprese che compongono la filiera orobica dell’auto-riparazione dovranno cambiare,  e anche la classica figura dell’elettrauto andrà a sparire e cambierà la figura tradizionale del meccanico, che si presenterà non più con la tuta da lavoro macchiata d’olio, a favore di competenze professionali legate alla meccatronica, elettronica e informatica andando a investire su eventuali Cyber attacchi verso auto elettriche che si muovono in connessione con le case costruttrici.

In questo settore a Bergamo, si denuncia la mancanza di 240 meccanici necessari a mantenere in atto la filieracontinua Mazzola -. Quella dell’auto è una delle trasformazioni più importanti che sta coinvolgendo il nostro sistema produttivo, senza dimenticare le filiere delle valvole, delle guarnizioni e delle macchine a controllo numerico presenti a Bergamo”.

La formazione professionale si sta velocemente adeguando ai cambiamenti con percorsi di formazione sempre più adeguati alle competenze necessarie all’economia del territorio. Ma non basta: la situazione demografica “gioca contro” la possibilità di augurare un orizzonte sereno. Guardando i dati Istat, nella nostra provincia i giovani tra i 15 e 29 anni nel 2022 erano 174.149 (90.467 maschi e 83.682 femmine) contro una popolazione “adulta” tra i 50 e 64 anni, , pari a 258.818 (131.357 maschi e 127.470 femmine).

Mancano quasi 85 mila persone! I nostri giovani non saranno in grado di sostituire le future uscite, tenendo poi conto che tra 174.149 giovani pesa il tema dei NEET (giovani che non lavorano e non studiano) che nella nostra provincia sono il 12,9%  (circa 22.500). Sicuramente parte di questo gap sarà sostituito dalla tecnologia, ma la presenza della persona nel lavoro non potrà essere sostituita in toto, in particolare in quei settori dove la creatività e la capacità inventiva dell’uomo è ancora fondamentale, e poi la tecnologia ad oggi non è per fortuna completamente autonoma. La soluzione si trova nel lavoro degli immigrati, che dai dati Inps 2022 a Bergamo sono 83.014 con un aumento del 24% rispetto al 2013. Anche se ancora troppo pochi rispetto alle esigenze del nostro territorioconclude il segretario CISL -, sono donne e uomini che vanno considerati nella loro piena dignità e introdotti in percorsi di integrazione, formazione, accoglienza e soprattutto vanno accolti perché sono una risorsa”.

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