Da novembre 60 lavoratori senza paga né cassa alla ACP di Cividate

Continua senza particolari scossoni positivi la vicenda che da più di un anno lascia i dipendenti della ACP di Cividate al Piano con il fiato sospeso. La società ha visto nei giorni scorsi la nomina dal tribunale di Roma del commissario Marco Costantini, mentre continuano i rimpalli di responsabilità tra Hadid, gruppo siciliano che controlla ACP Spa e recentemente dichiarato fallito, e il gruppo indiano Jindal, che nel 2019 aveva firmato un contratto con Acp per la fornitura di 200mila tonnellate di billette all’anno, poi disatteso quando non ha più consegnato il rottame di ferro e ritirato il prodotto finito. Intanto, i 60 lavoratori dello stabilimento bergamasco attendono da oltre 6 mesi la decisione dell’INPS sulla concessione della cassa integrazione, richiesta a novembre.

I lavoratori sono stremati dalla situazione di incertezza, stanchi dei continui rinvii e della inadeguata risposta aziendale – dice Lorenzo Lego di FIM CISL Bergamo -, che a fatica ha saldato le mensilità arretrate e i TFR dei lavoratori dimessi oltre a altri pagamenti dovuti, mentre ancora non ha regolarizzato i versamenti ai fondi complementari. Quello che più ci sconforta, però, è il ritardo dell’INPS a prendere una decisione in merito agli ammortizzatori sociali che questi lavoratori stanno aspettando. Aldilà di ogni responsabilità imprenditoriale, infatti, lascia veramente  costernati vedere che le istituzioni non si prendano cura di quanto accade sul territorio”.

I lavoratori ACP da ottobre percepiscono solo una parte dello stipendio che gli sarebbe dovuto. L’azienda aveva infatti avvisato INPS che sarebbe stata incapace di sostenere un eventuale anticipo della Cassa, ma da allora dall’istituto non sono arrivate risposte.

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