La Cisl vicina alle famiglie ucraine e a chi in Russia si ribella all’autocrate

Cisl vicina alle famiglie ucraine

Non possiamo restare indifferenti di fronte a queste giornate terribili, scandite dal fragore delle bombe di Mosca sull’Ucraina. Una invasione ingiustificabile e incomprensibile, se non con il criterio di un imperialismo violento e ottuso che speravamo di aver archiviato nella soffitta del Novecento. Nelle vie delle città sotto attacco si combatte eroicamente, con una mobilitazione generale che vede civili fronteggiare con armi improvvisate le truppe del Cremlino. Sono lavoratori, studenti, pensionati. Sono nostri fratelli: donne e uomini europei, a cui dobbiamo esprimere solidarietà vera, concreta e non solo parole di vicinanza.

Per questo la Cisl ha proposto a Cgil, Uil e alle associazioni datoriali di attivare subito una sottoscrizione a sostegno di progetti umanitari e delle famiglie di profughi. Pensiamo sia giusto attivare una raccolta che su base volontaria permetta di devolvere la somma pari a un’ora di lavoro ad un fondo per finanziare programmi di aiuto. Ad ogni ora concessa dal lavoratore andrebbe ad aggiungersi un contributo equivalente dell’impresa. In questo modo, insieme, nel segno della partecipazione, possiamo davvero gettare le fondamenta per un intervento che supporti tante famiglie e tanti profughi in fuga colpiti da un’aggressione folle e sconsiderata. L’appello è all’adesione più larga da parte del mondo del lavoro e dell’impresa, per una società che sappia rimboccarsi le maniche e costruire solidi ponti di solidarietà. E c’è un altro popolo a cui dobbiamo far giungere la nostra totale vicinanza. Quello di una Russia che si ribella all’autocrate, quel popolo di studenti, donne, lavoratori che con coraggio immenso ha riempito le piazze sfidando gli arresti e i metodi polizieschi di Mosca.

Europa, Governo italiano, comunità internazionale stanno assumendo decisioni importanti, applicando dure sanzioni e inviando aiuti a profughi e resistenti ucraini. Lo spiraglio dei primi negoziati è un segno tangibile di speranza. Bisogna continuare a fare ogni sforzo in questo senso, spingendo Mosca a porre fine alle ostilità, ristabilendo le condizioni di pace e libera convivenza. È tempo di osare l’Europa. Le stelle dell’Unione devono essere oggi un confine invalicabile che separa la democrazia liberale dall’autoritarismo, la violenza dall’accoglienza. Ecco perché la Cisl chiede anche a tutti i sindacati europei di mobilitarsi per chiedere di spalancare le frontiere ai profughi che stanno arrivando e che arriveranno nelle prossime ore.

Bisogna completare l’integrazione europea, andando oltre gli egoismi dei singoli leader, dare compimento agli Stati Uniti d’Europa, con una difesa comune, nuove politiche sociali e sinergie industriali ed energetiche che mettano in armonia e non in competizione gli Stati membri. Per questo abbiamo apprezzato i contenuti delle dichiarazioni che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha reso in questi giorni. Parole chiare di realismo e pragmatismo, che hanno dato vita a primi provvedimenti adeguati. Sanzioni e inasprimento della crisi energetica determineranno però ripercussioni economiche che vanno compensate con misure forti di coesione sociale. Bisogna proteggere l’occupazione, aiutare maggiormente le famiglie e le
marginalità, realizzare una nuova politica energetica, sostenere le imprese in difficoltà soprattutto quelle che applicano i contratti ed investono in sicurezza, costruire insieme al sindacato una nuova strategia di sviluppo ed una rinnovata politica dei redditi.

È il tempo di stringere le maglie della collaborazione e della concertazione per rispondere in modo compatto alla sfida di un futuro pacifico, libero, prosperoso e democratico.


Editoriale di Lugi Sbarra, Segretario Generale Cisl, apparso sul Messaggero il 2 marzo 2022

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