Ispettori del lavoro bergamaschi in presidio il 4 marzo a Bergamo

Ispettori del lavoro bergamaschi in presidio

Il personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro è in stato di agitazione. Venerdì 4 marzo con un presidio davanti alla sede di via Novelli a Bergamo, dalle 10 alle 12,  gli ispettori bergamaschi protesteranno “… per la scarsa attenzione che le istituzioni hanno nei confronti di un servizio che a parole diventa centrale e irrinunciabile, poi si scopre che viene facilmente dimenticato”.

La scintilla che ha scatenato la mobilitazione che a metà marzo si concretizzerà in uno sciopero, è stata  la mancata armonizzazione della indennità di amministrazione, prevista per altre amministrazioni pubbliche del comparto delle funzioni centrali, e che per l’ispettorato è scomparsa. Inoltre, la situazione di carenza del personale si trascina ormai da qualche anno. I concorsi per i nuovi ispettori sono stati fatti, ma ogni sede (Bergamo inclusa) attende ancora di sapere quando e quanti rinforzi arriveranno.

Lo scorso anno, il ministro Orlando aveva promesso l’arrivo di una ventina di nuovi ispettori per la provincia, mentre oggi la situazione si presenta ancora deficitaria, con soli 44 dipendenti, di cui 22 ispettori attivi e un dirigente (9 unità in meno rispetto a due anni fa) su cui la struttura provinciale può contare. La rete delle aziende da controllare supera le 80 mila unità. Praticamente all’ispettorato ogni  effettivo deve monitorare quasi duemila  luoghi di lavoro. In un territorio e in un periodo storico nei quali la tragedia degli infortuni, anche mortali, fatica a scendere.

Risorse particolarmente limitate per un’attività importante e impegnativa come quella dell’Inl dice Angelo Murabito, segretario generale di CISL FP Bergamoche si occupa principalmente della vigilanza sul lavoro nero e irregolare e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Alle attività consuete inoltre negli ultimi mesi si sono aggiunte altre incombenze, relative ai controlli sul rispetto dei protocolli Covid, e i 4 obiettivi strategici previsti nel PNRR relativi alla lotta al sommerso, che non hanno avuto alcun finanziamento né un potenziamento dell’ente o dei dipendenti”.

Alle promesse dei mesi scorsi, devono seguire i fatti, con un potenziamento reale di risorse umane e economiche – continua Murabito. La mancanza degli ispettori è un problema cronico: l’ufficio di prevenzione è stato impegnato molto sul covid, quindi l’attività di sorveglianza e di verifica è stata insufficiente. È un problema che va risolto. Bergamo non può più permettersi un numero così limitato, e sempre in diminuzione da 5 anni a questa parte. Gli infortuni vanno anticipati con la formazione e il coinvolgimento dei lavoratori.

Sulla questione economica alla base della protesta di venerdì, poi, Murabito insiste: “È necessario superare la logica del costo zero. Sulle spalle di lavoratrici e lavoratori gravano ulteriori attribuzioni di competenza anche in tema di sicurezza, ma la necessità di riorganizzare i processi produttivi, di rinnovare i gestionali informatici e di garantire servizi online, richiedono un impegno serio del Governo, che non può abbattere il lavoro irregolare senza investire sul rafforzamento del sistema della vigilanza e dei controlli e sulla valorizzazione delle risorse umane in esso impiegate. Il governo  – conclude il sindacalista – deve capire che le morti bianche non si fermano senza toccare il portafoglio, soprattutto quando è l’Europa stessa che è pronta a sostenere finanziariamente i costi”.

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