Assunzioni in crescita anche rispetto al 2019 C’è vivacità d’impresa

Assunzioni in crescita
 

Occupazione, partecipazione e sostenibilità, per quanto concerne il mercato del lavoro; dinamicità delle imprese, settore per settore, e sviluppo dell’offerta occupazionale. Sono questi alcuni dei temi salienti, relativi al territorio bergamasco, che troveranno ampia discussione nel corso Congresso territoriale della Cisl, in programma martedì e mercoledì al Seminario vescovile.

«La ripresa del mercato del lavoro che si è manifestata nel 2021 sottolinea Francesco Corna, segretario generale Cisl di Bergamoha teso a ripristinare l’equilibrio pre-pandemia con un recupero, rispetto al 2020, della quota di avviamenti al lavoro dell’industria, che riporta la sua percentuale vicino al 25%, dato superiore al 2019 (24,4%) ma tuttavia inferiore a quello registrato nel 2018, anno in cui le assunzioni in questo comparto sfiorarono il 29% del totale. A recuperare la quota di avviamenti al lavoro persi nell’industria, tra il 2018 e il 2021, sono le costruzioni (+1,7%), l’agricoltura (+0,7%) e il commercio e servizi (+0,7%)».

Nel corso del 2021, in base ai dati elaborati dalla Cisl orobica, in provincia sono state avviate al lavoro 123.074 persone con un incremento, rispetto al 2020 (quando gli assunti furono 102.299), di 20.775 persone, pari al +20,3%. È interessante osservare che il numero delle persone assunte nel 2021 non solo supera ampiamente quello dell’anno precedente, segnato dalla pandemia, ma è maggiore anche rispetto al valore del 2019 (+5.836 posizioni, pari al +5%) e, allargando il campo di osservazione, anche quello del 2018 (+6.312, +5,4%). Con riferimento alle tipologie contrattuali, sempre nel 2021 la maggior parte delle assunzioni in provincia ha però riguardato contratti a tempo determinato (oltre 83 mila, il 53,7% del totale), rispetto a un 22,9% di avviamenti a tempo indeterminato (35.337), del 16,9% in somministrazione (oltre 26mila), del 4,9% con contratto di apprendistato (7.493) e del 1,7% con contratti a progetto (2.588).

«L’anno scorso – aggiunge Corna – gli avviamenti al lavoro hanno riguardato, nella grande maggioranza dei casi, le attività del terziario, ovvero commercio e attività dei servizi alle imprese e alle persone», con oltre 95 mila posizioni, pari al 61,7% del totale. Alle attività industriali fanno capo il 24,9% delle assunzioni, a fronte del 10,7% delle costruzioni e al 2,7% dell’agricoltura. Numeri confortanti, ancor di più se consideriamo che il 2020 è stato un anno particolare, che ha compresso soprattutto le attività di alcuni comparti del terziario (turismo e ristorazione) e delle attività manifatturiere, cui fa da contraltare l’incremento delle assunzioni in agricoltura e nelle costruzioni, che invertono il segno dopo anni di calo.

Il segretario generale Cisl poi focalizza l’attenzione sulla vivacità della dinamica delle imprese: «Era dal 2011 – precisa – che non si assisteva ad un’inversione di tendenza. Dopo anni di cali, nel 2021 il numero delle imprese private orobiche è cresciuto non solo rispetto al 2020, segnato dalle difficoltà della pandemia, ma anche al 2019». Le elaborazioni dati Cisl evidenziano che le imprese private attive erano 83.791 nel 2020 (in leggera riduzione rispetto al 2019, -402, -0,5%) ed inferiore a quello registrato nel 2009 (85.863). Il passaggio della crisi non sembrerebbe manifestare una particolare incidenza poiché, tra il 2019 e il 2020, lo scarto nello stock delle imprese attive risulta modesto e in linea con quello precedente. Nel 2021 le attive salgono a 84.712 con un incremento, rispetto al 2020, di +921 imprese (+1,1%).

In valore assoluto, l’aumento del numero delle imprese compensa ampiamente le perdite registrate. Questo almeno nei numeri. Perché «non dimentichiamo – conclude il segretario Cisl – che siamo ancora in una fase in cui sussidi e ristori di varia natura tengono aperte le imprese, nel senso che più di un osservare autorevole parla di una platea di aziende che in condizioni normali avrebbero già chiuso».

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