Formazione, lavoro stabile e orari di lavoro per la cura familiare

Formazione, lavoro stabile

Danilo Mazzola, Segretario CISL di Bergamo commenta i dati sulle cessazioni dei rapporti di lavoro dei primi tre trimestri del 2021. “Sull’aumento così importante delle dimissioni volontarie si possono fare diverse considerazioni: la prima,  una modalità per aggirare il divieto di licenziamento in vigore fino a luglio per quasi tutte le tipologie di impresa e a ottobre per turismo e commercio e tessile, anche perché i licenziamenti per crisi aziendale,  dopo la parziale rimozione di luglio aumentano nell’industria e nell’edilizia, ma nel complesso sono ancora inferiori rispetto al 2019; poi,  un effetto ritardato del fisiologico turn over rinviato nel 2020 per effetto della pandemia; oppure, infine, la messa al centro di alcune priorità, che la pandemia ha favorito,  e che ha spinto le persone a bilanciare diversamente tempi di vita e di lavoro”. 

Analizzando i dati relativi all’interruzione dei soli contratti a tempo indeterminato, infatti, questi aumentano nel 2021 del 25% rispetto al 2020 e del 6% rispetto al 2019. Il 2020 è stato un anno condizionato dalla crisi pandemica con un importante utilizzo di ammortizzatori sociali. Di fatto, dai numeri emerge che nel 2020 le cessazioni di contratti a tempo indeterminato sono diminuite del 15% rispetto al 2019, mentre i motivi che nel 2021 hanno portato alla cessazione di contratti a tempo indeterminato sono dovuti, in maggioranza, a dimissioni con 16.981 pratiche (+37% rispetto al 2020 e +20% rispetto al 2019), pari al 57% del totale. Sempre nel 2021, il restante 43% delle cessazioni è dovuto a licenziamenti per crisi aziendali (2080, situazione in calo rispetto agli stessi periodi del 2019 e 2020), per giusta causa (1522 in aumento nel confronto con i due anni precedenti), per il mancato superamento del periodo di prova (529), per pensionamento (1534), per risoluzioni consensuali (444)  e per cessazioni diverse e non censite (6935, anche queste ultime in aumento).

Pur mantenendo una parte importante e maggioritaria del lavoro standard nella nostra provincia, – continua Mazzola –  le dimissioni aumentano in modo significativo nei contratti a tempo indeterminato con un saldo negativo a beneficio di assunzioni con contratti più precari. Questi numeri aumentano in quasi tutte le professioni, intellettuali, qualificate, tecniche, specializzati e non qualificati”.

La crescita su base annua, stimata alla fine del terzo trimestre 2021, è dovuta in modo importante ai contratti in somministrazione (+ 3126), dai contratti a termine (+1538)e dell’apprendistato (+1715), mentre il saldo su base annua risulta negativo nei contratti a tempo indeterminato (-157). Se raffrontate al 2019, le sole assunzioni nel 2021 aumentano del 17,8% nei contratti a tempo determinato, del 14,9% nei contratti in somministrazione, del 15,3% nei contratti di apprendistato, mentre diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato del -1,6 %.

Dai numeri che accompagnano la crescita occupazionale e produttiva nella nostra provincia – conclude Mazzola – è importante che la proposta occupazionale, che spesso le imprese lamentano nel loro reclutamento, passi anche, oltre alla necessaria ricerca di professionalità mirate, attraverso una stabilità lavorativa accompagnata da nuovi modelli organizzativi nella gestione dei orari di lavoro in particolare a beneficio della cura familiare con l’ adozione di sistemi che combinino flessibilità produttiva e conciliazione vita-lavoro, il lavoro deve essere a garanzia per la costruzione del proprio futuro accompagnato dai necessari momenti formativi utili alla diffusione di nuove tecnologie.”

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