Nonostante le continue raccomandazioni da parte delle forze di polizia, le truffe agli anziani proseguono senza sosta, e i malintenzionati vanno ancora a segno. L’ ultimo caso, in Alta Valle Seriana, ha visto nel mirino una pensionata di 75 anni, che ha ricevuto la telefonata da un uomo che si è qualificato come carabiniere del Comando in Sardegna e la informava che il figlio aveva causato un grave incidente ed era stato arrestato, che la situazione era delicata e che per sistemare tutto servivano in fretta 7.000 euro da versare ad un avvocato per tutelare il figlio.
L’allarme, l’ennesimo, arriva da ADICONSUM Bergamo e gli obiettivi rimangono sempre, in grande maggioranza, gli anziani. “I protagonisti hanno la parlantina sciolta – spiega Mina Busi, presidente dell’associazione dei consumatori vicina alla CISL -, sanno come colpire sfruttando spesso l’ingenuità e la fragilità malcapitati con comunicazioni allarmanti. Le dinamiche sono disparate, l’obiettivo sempre quello di ottenere in modo truffaldino del denaro”.
Nel caso segnalato, la truffa via cavo è partita con la notizia “Suo figlio ha avuto un incidente“. Lo stesso “carabiniere” al telefono riferiva che in stazione erano presenti la moglie e i figli, “evidentemente – dice Busi -, la truffa è stata perpetrata da persone informate sulla famiglia”. Per rendere ancora più credibile la richiesta, l’avvocatessa parla con la signora spiegando che si sarebbe recato a casa sua un Carabiniere per ritirare la somma e i gioielli da consegnare chiusi in una busta con le iniziali del figlio; l’Arma di Bergamo avrebbe provveduto a farla recapitare al Comando in Sardegna, rassicurandola che la posizione del figlio si sarebbe risolta positivamente e per questo l’ha invitata anche a chiamare il 112 per conferma. La signora cerca di mettersi in contatto col 112, ma era sempre occupato. Poco dopo alla sua porta di casa si è presentato un uomo per ritirare il malloppo. Il raggiro è stato scoperto quando la donna, spaventata, ha contattato il figlio scoprendo che non c’era stato nessun incidente e di essere stata vittima di una truffa.
“Mai, in nessun caso, le Forze di Polizia telefonano a casa dei parenti in caso di incidenti occorsi a qualche familiare per richiedere somme di denaro o sostegni finanziari, neanche a beneficio dei parenti. Se ricevete telefonate di questo genere si tratta di truffe!”. Come riconoscerle? Le telefonate possono giungere al telefono fisso di casa da un numero anonimo; la persona che chiama potrebbe presentarsi come Corpo di Polizia; la persona che chiama fa riferimento ad informazioni personali, dettagli privati riguardanti la famiglia, riguardanti il coinvolgimento di figli, nipoti o amici in incidenti stradali o fatti gravi, insomma, “una serie di tecniche collaudate per disorientare la vittima – insiste Busi -, farla preoccupare per i propri cari e quindi manipolarla per ottenere denaro o per farla allontanare dall’abitazione”.
ADICONSUM ha stilato una seria di raccomandazioni per spiegare, soprattutto agli anziani, come comportarsi
- Non rispondere a domande personali o riguardanti i propri familiari;
- Non fornire informazioni private riguardanti il proprio denaro, beni e valori tenuti in casa, non fare bonifici bancari;
- Non acconsentire a richieste di allontanamento dall’abitazione;
- Non aprire la porta a sconosciuti;
- Chiudere immediatamente la telefonata (oppure, per chi ha la possibilità, registrare la conversazione telefonica);
- Chiamare subito le Forze dell’Ordine (112) per segnalare tentativi di truffa specificando, possibilmente, le seguenti informazioni: 1) orario di ricezione della telefonata; 2) Numero di telefono del chiamante o numero anonimo; 3) Voce maschile o femminile; 4) Contenuto della telefonata con le richieste avanzate dai truffatori.