Energia e igiene ambientale a rischio

Energia e igiene ambientale a rischio

Anche a Bergamo, oggi, i sindacati confederali hanno dato vita allo sciopero generale del settore dell’energia e dell’igiene ambientale, con un presidio davanti alla prefettura via Tasso dalle 10 alle 11.30. Motivo della protesta è l’articolo 177 del Codice degli Appalti le cui proroghe applicative scadranno il 31 dicembre 2021, e che obbliga le aziende concessionarie a esternalizzare e frammentare l’80% di tutte le attività oggetto di concessione, anche quando svolte direttamente dai propri dipendenti, destrutturando così un servizio fondamentale per le comunità locali. Per non dire delle decine di migliaia di posti di lavoro che saranno messi a rischio, azzerando le garanzie occupazionali e contrattuali delle lavoratrici e dei lavoratori.

Sono coinvolte le categorie di CGIL CISL UIL dei settori dell’energia e dell’igiene ambientale. “Da tempo ribadiamo che il carattere pubblico dei servizi essenziali, quali energia e igiene ambientale, rappresenta un vero e proprio presidio di democrazia, e di difesa dell’interesse pubblicodicono Cristian Verdi, Antonio Scaini e Carlo Varinelli, segretari generali di FEMCA, FIT e FLAEI CISL di Bergamo -. Lo sciopero di oggi serve a ricordare che l’esternalizzazione dei servizi con gare a ribasso, sarebbe deleterio per la cittadinanza, per l’occupazione, per la qualità della vita”.

I lavoratori sul territorio oggi hanno fatto sentire la loro voce, a difesa dei servizi al cittadino e della loro stessa occupazione. Ritentiamo importante la correzione dell’articolo 177 del Codice dei contratti pubblici, perché l’universalità dei servizi essenziali non può essere subordinata a logiche di ribasso che impattano direttamente sul lavoro con effetti negativi rispetto alla qualità del lavoro: sarebbe una prospettiva inaccettabile”.

Il sindacato ha proposto di abrogare l’intero articolo, ovvero escludere dal 177 i servizi pubblici essenziali, oppure, in alternativa di prorogare fino alla fine del Pnrr l’esclusione dei settori ad oggi interessati, anche in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale nel merito. È forte, infatti, il rischio di generare, a causa della dismissione di interi settori, esuberi, lavoro povero, e disservizi per i cittadini in una fase di grande depressione economica”. Circa 150.000 lavoratori in tutta Italiasono a rischio, così come i servizi all’utenza e l’inevitabile lievitazione dei costi in bolletta”.

Leggi anche: Scioperiamo per cancellare l’articolo 177 del codice degli appalti. IL VIDEO

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